L’11 febbraio 2010 l’azienda energetica statale SOCAR ha dichiarato di voler costruire un nuovo gasdotto verso l’Iran, che sarà lungo 200 km e avrà una capacità di 6,57 miliardi di metri cubi di gas all’anno. In passato l’Azerbaigian si è sempre rivolto all’Occidente o al Cremlino per ottenere assistenza nella costruzione delle infrastrutture energetiche, mentre
in questo caso SOCAR, che ha ormai acquisito sufficienti abilità tecniche e manageriali, costruirà il gasdotto senza ricorrere ad aiuti dall’estero.
Il nuovo progetto permetterà a Baku di diversificare i suoi partner allontanandosi (parzialmente)
sia dalla Russia che dalla Turchia – con cui non intrattiene più buoni rapporti a causa del
riavvicinamento fra Erevan e Ankara. Questa nuova indipendenza dell’Azerbaigian è un fatto di rilevante importanza per l’equilibrio geopolitico del Caucaso.
Dal canto suo l’Iran, sempre più avido di energia, potrà invece contare su nuove importazioni di gas – fondamentali per la sua sopravvivenza. Ed è questo l’aspetto più interessante della storia:
l’Iran ha grandissimi giacimenti di gas naturale, ma deve importare il gas dall’estero, perché non ha né le conoscenze tecniche né i capitali per lo sfruttamento delle sue stesse risorse.
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