finanzL’11 febbraio 2010, dopo il summit UE, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy hanno ribadito la loro intenzione di aiutare Atene a portare il deficit di bilancio (attualmente al 13%) al 4% nel 2010. Sarkozy ha inoltre aggiunto che l’Unione Europea a partire da marzo monitorerà con scadenza mensile il processo di risanamento della Grecia.
Durante la mattinata il presidente dell’UE Hernan Van Rompuy aveva affermato che “gli stati dell’eurozona coordineranno le loro azioni per salvaguardare la stabilità finanziaria dell’intera Unione Europea”. Dunque per ora la situazione rimane invariata: la Grecia proseguirà sulla strada del risanamento e allo stesso tempo farà affidamento sui fondi delle banche private, garantiti dalla BCE, per restare a galla.
Nell’
autunno 2008 una delle misure decise dall’UE per contrastare le ripercussioni della crisi finanziaria globale fu l
'autorizzazione alla BCE di prestare quantità illimitate di denaro alle banche private a fronte di garanzie reali, di buona qualità. I titoli di stato con rating non inferiore a BBB costituiscono una garanzia valida. Da allora
le banche private hanno costantemente acquistato grandi quantità di titoli di stato della zona dell’Euro ad ogni nuova emissione, mantenendone alto il prezzo e perciò bassi gli interessi. Le banche poi danno in garanzia questi titoli per avere dalla BCE altro denaro con cui sottoscrivere altre emissioni di titoli di stato. Trovandosi in condizione di pagare un basso costo per i propri prestiti obbligazionari, gli stati hanno aumentato il proprio indebitamento.
Ora la Grecia deve pagare obbligazioni che vanno in scadenza ad aprile e maggio per un totale di 25 miliardi di Euro, ed ha bisogno di altri 53 miliardi di Euro per coprire il deficit pubblico per l'anno 2010. Dunque Atene si trova sull’orlo del precipizio, e inoltre il malcontento popolare per le misure di austerità varate dal governo sta causando numerosi problemi al buon funzionamento dei servizi di base – scuole, ospedali, aerei.
Ora resta da vedere quale sarà la reazione degli investitori internazionali alla notizia che l’UE non ha deciso di fornire un aiuto concreto alla Grecia, ma si è limitata a offrire solidarietà ad Atene.
Se la finanza internazionale dovesse proseguire la fuga dall’Euro,
la Germania (unico stato della zona dell'Euro con i mezzi finanziari per poter intervenire) potrebbe trovarsi obbligata ad aiutare la Grecia.Un intervento simile però comporterebbe un costo politicamente elevato - non soltanto per la Grecia, ma anche per gli altri paesi dell’eurozona con un grosso debito pubblico che potrebbe portarli in situazioni simili a quella greca -
ovvero lasciare alla Germania il pieno controllo sulla politica della BCE e perciò su buona parte della politica economica europea.
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