Brasile e Stati Uniti
protezionismo e brevetti

14/02/2010

Il primo marzo 2010 governo brasiliano metterà in atto una serie di misure doganali contro le merci statunitensi, avendo ottenuto nel 2008 dal WTO il diritto di rispondere alle misure protezioniste USA sull’industria cotoniera. Il Brasile quindi oltre ad alzare le tariffe sull’import dagli Stati Uniti – che vale circa 830 milioni di dollari – sta anche considerando l’idea di non riconoscere il diritto alla proprietà intellettuale in alcuni settori  – prima di tutto quello farmaceutico.     La decisione brasiliana di servirsi di una sentenza del WTO per mettere in dubbio il diritto alla proprietà intellettuale corre il rischio di innescare una bomba ad orologeria, creando incompatibilità fra i  principi che regolano i brevetti internazionali e il protezionismo agricolo. L’agricoltura statunitense, pur essendo molto efficiente e produttiva, continua a essere sovvenzionata dallo stato. All’interno del WTO, cui spetta il compito di supervisionare le patenti internazionali, si stanno moltiplicando le voci critiche nei confronti dei sussidi all’agricoltura, dato che impediscono agli agricoltori dei paesi in via di competere alla pari con i produttori dei paesi sviluppati. Il Brasile aveva già sollevato il problema alla conferenza di Doha (2008), che terminò con un nulla di fatto in quanto né gli Stati Uniti né l’Unione Europea erano disposti a rinunciare ai sussidi all’agricoltura. Prendendo di mira i brevetti americani, Brasilia spera di spingere gli Stati Uniti a rinunciare al protezionismo.   L’attuale mossa del Brasile rappresenta comunque un importante precedente anche per altri paesi del WTO (in tutto 152), che potrebbero decidere di utilizzare la sentenza per spingere Stati Uniti e UE ad abbandonare il protezionismo.

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