26 febbraio 2010
Secondo l’attuale piano di ritiro il numero delle truppe statunitensi dovrebbe essere ridotto di 46.000 soldati – su un totale di 96.000 – nel periodo fra maggio e agosto del 2010. Tuttavia il generale Ray Odierno, comandante le forze armate statunitensi in Iraq (USF-I), ha dichiarato che Washington ha un piano di emergenza per permettere comunque il ritiro dall’Iraq anche nel caso in cui si presentassero nuovi problemi all’orizzonte.
L’annuncio di Odierno indica che Washington vuole uscire dal pantano dell’Iraq in modo da poter concentrare l’attenzione altrove. Il Pentagono ha come priorità il fronte afgano, dove verranno aumentati truppe e rifornimenti nella speranza di porre fine al conflitto interno. Per questa ragione gli Stati Uniti non intendono lasciare le truppe in Iraq oltre il tempo necessario - fermo restando che un contingente corposo rimarrà comunque per addestrare ad appoggiare le forze di sicurezza irachene.
Il principale ostacolo al ritiro statunitense dall’Iraq è l’Iran. Nel 2006, quando il livello di violenza in Iraq era al suo apice, le truppe statunitensi hanno subito notevoli perdite a causa di ordigni esplosivi di fabbricazione iraniana. Ora le truppe non sono più sparse sul territorio come allora e sono decisamente mento vulnerabili, tuttavia
fino a quando rimarranno su suolo iracheno continueranno ad essere bersaglio delle macchinazioni della Repubblica Islamica. Infatti Teheran ha tuttora una grande influenza sugli sciiti iracheni e quindi potrebbe cercare di riaccendere le violenze settarie mandando all’aria le ardue conquiste ottenute dagli Stati Uniti con il ‘surge’. Una delle ragioni per cui gli Stati Uniti non intendono lasciarsi attirare in un conflitto armato con l’Iran è proprio perché temono che Teheran risponda riaccendendo la guerra in Iraq.
Gli Stati Uniti devono ritirarsi dall’Iraq per poter concentrare finalmente l’attenzione sull’Iran. Washington è consapevole che la presenza delle sue truppe contribuisce alla stabilità dell’Iraq garantendo un certo equilibrio fra le varie anime del paese, ma non ha intenzione di cadere nella trappola del ricatto iraniano. È comunque prevedibile che nei prossimi mesi l’Iran faccia di tutto per impedire il ritiro degli Stati Uniti dall’Iraq.
A cura di Davide Meinero
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