Il 17 marzo 2010 a Rio de Janeiro, in Brasile, c’è stata una grande manifestazione di protesta contro una legge – per ora approvata soltanto alla camera -
che distribuirebbe i benefici della produzione del petrolio anche agli stati che non lo producono, sotto forma di credito agevolato, garantito dallo stato.
Secondo la nuova legge sarà il governo centrale di Brasilia a gestire lo sfruttamento e la distribuzione dei proventi dei giacimenti petroliferi della regione di Santos, al largo delle coste brasiliane,
tramite l’azienda statale Petroleo Brasileiro (Petrobras).
La legge ha mandato su tutte le furie i governatori degli stati produttori di petrolio. Il governatore dello stato di Rio de Janeiro Sergio Cabral ha immediatamente dichiarato ai media che a causa dei tagli - che nel caso dello stato di Rio equivalgono a $4 miliardi – sarà costretto a bloccare i preparativi per i Mondiali del 2014 e per le Olimpiadi del 2016.
Il presidente brasiliano Ignacio Lula Da Silva ha tentato di far approvare la legge il più in fretta possibile prima delle prossime elezioni presidenziali, alle quali Da Silva sostiene il candidato Dilma Roussef.
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