Secondo fonti ufficiali governative, il 23 marzo 2010 la Germania ha deciso di porre tre condizioni per il salvataggio finanziario della Grecia.
1)
Berlino interverrà solo quando la Grecia non troverà più denaro sul mercato a nessun prezzo – o quando andrà ufficialmente in default. Recentemente la Grecia si è lamentata che l’eccessivo costo dei prestiti sul mercato libero rischia di minare l’efficacia delle misure di austerità recentemente adottate, e ha suggerito la creazione di un ente europeo che fornisca prestiti a tassi inferiori a quelli di mercato. La Germania dice di non essere d’accordo a farlo
2)
In caso di prestito la Germania vuole che il Fondo Monetario Internazionale (FMI) finanzi una fetta sostanziale del pacchetto di salvataggio, perché non vuole caricarsi sulle spalle tutto il peso del default greco – di fatto questo significa che Berlino e gli altri governi europei chiedono a tutti i membri dell’FMI – compresi gli USA - di contribuire al salvataggio della Grecia.
3) Se la Germania dovrà spendere anche soltanto un euro di tasca propria, allora il governo tedesco imporrà agli altri paesi dell’eurozona la rinegoziazione dei parametri di Maastricht per introdurre regole più severe in materia di deficit e debito pubblico – il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble lo ha ripetuto chiaramente sin dall’inizio della crisi greca. La ‘linea Shaeuble’ consentirebbe alla Germania di passare da un controllo implicito – dovuto alla forza economica tedesca e al fatto che la BCE è stata impostata secondo i parametri voluti da Berlino – al controllo di diritto dei conti pubblici dei paesi dell’Euro.
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