29 marzo 2010
Secondo fonti ufficiali a giugno le forze della NATO lanceranno un’offensiva contro i Talebani di Kandahar che dovrebbe durare due mesi. Sono in corso i preparativi: le truppe procedono a consultare gli anziani locali e a proteggere le strade della regione, ma le operazioni militari non inizieranno prima dell’arrivo del nuovo contingente.
Sin dall’inizio della guerra nel 2001 a Kandahar, centro nevralgico dell’attività talebana, ha sempre stazionato un importante contingente militare, ma nelle campagne che la circondano i Talebani sono ancora piuttosto numerosi.
L’offensiva è stata annunciata con un largo anticipo perché le forze della coalizione possano confrontarsi con i leader locali per ottenerne l’appoggio. Gli Americani sperano di coinvolgerli nel processo politico per stabilire un’autorità legittima a livello locale eliminando dalla scena i Talebani - con il minor numero di vittime civili.
Questa strategia si sta attuando a Marjah, dove però nell’ultima settimana i Talebani hanno ricominciato a lanciare attacchi terroristici. Gli abitanti locali non sanno da che parte schierarsi per paura di ritorsioni e si sono più volte lamentati che ‘di giorno il controllo del territorio è nelle mani di Americani e forze afgane, ma di notte è nelle mani dei Talebani’.
L’occupazione di Marjah ha privato i comandanti talebani di risorse e manodopera, ma gli effetti sulla popolazione locale – e sulla politica -
sono ancora tutti da chiarire. La situazione rischia di essere ancora più difficile a Kandahar - la seconda città dell’Afghanistan con i suoi 500.000 abitanti – che nemmeno i Sovietici riuscirono mai a controllare pienamente.
Gli USA cercano anche di spingere i Talebani al tavolo dei negoziati, ma questa strategia richiede molto tempo.
L’intenzione statunitense è quella di conquistare prima l’appoggio della popolazione locale per privare i Talebani del sostegno popolare, poi spingerli a trattare. Presumibilmente questa tattica verrà utilizzata nelle aree di maggior interesse - come gli 80 distretti attraversati dalla Ring Road dove vivono i due terzi della popolazione afgana.
Dichiarando con tanto anticipo le loro intenzioni di attacco, le forze della coalizione permettono ai Talebani una libertà d’azione che può essere sfruttata per riorganizzarsi e muoversi con rapidità in altre aree del paese. Questo però riduce il numero di battaglie in cui rimangono vittime i civili.
Recentemente sono emersi nuovi dettagli sull’attacco di Shah Karez, a poca distanza dal capoluogo
Musa Qala. A quanto pare miliziani talebani che indossavano uniformi delle forze della coalizione e dell’esercito afgano hanno preso
d’assalto un checkpoint decapitando cinque agenti di polizia.
Questo atto intimidatorio ha purtroppo portato all’immediato ritiro della polizia afgana da Musa Qala. Sicuramente nei prossimi mesi si gli attacchi talebani nelle aree periferiche si moltiplicheranno.
Quale sarà la risposta della coalizione? .
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