Il 6 aprile 2010 nello stato di Chhattisgah, in India, sono stati uccisi più di settanta poliziotti in un imboscata organizzata dai ribelli Naxaliti. I responsabili dell’attacco sono ribelli maoisti che da oltre quarant’anni combattono affinché l’India orientale ottenga maggiore autonomia. Si tratta del più sanguinoso attentato naxalita mai realizzato nello Chhattisgah – di solito il bilancio delle vittime si aggira fra i 20 e i 50 individui.
L’ispettore di polizia R.K. Vij ha dichiarato che sarebbero circa mille i Naxaliti coinvolti nell’attentato. Tuttavia questa cifra appare piuttosto alta, dato che le autorità non dispongono di dati affidabili sul numero degli attentatori. A quanto pare nessun ribelle naxalita è stato ferito durante l’imboscata, il che fa pensare che le vittime non abbiano avuto la possibilità di reagire.
Le autorità hanno immediatamente inviato rinforzi ed elicotteri da guerra per stanare e catturare i ribelli, anche se le probabilità di catturarli in un lasso di tempo breve sono piuttosto scarse - sia perché la vegetazione è fitta sia perché i Naxaliti hanno un’ottima conoscenza del territorio.
Il premier indiano Manmohan Singh ha dichiarato che i Naxaliti rappresentano la maggiore minaccia alla stabilità dell’India, e dunque farà tutto ciò che è in suo potere per porre un freno alle loro operazioni.
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