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Kirghizistan: violenze
contro Uiguri e Dungani
14/04/2010
Secondo i media kirghisi il 9 aprile i gruppi che si erano sollevati contro il governo pochi giorni prima hanno preso d’assalto anche le case, i negozi e i mercati di Dungani e Uiguri a Tokmok.
I Dungani sono Cinesi di etnia Han e di religione musulmana migrati in Asia centrale dalla regione di Shaanxi, in Cina, nel XIX secolo. Parlano un antico dialetto cinese e svolgono un ruolo importante sia dal punto di vista economico che politico come fra la Cina moderna e l’Asia centrale. Oggi in Kirghizistan ci sono fra i 50.000 e i 60.000 Dungani – circa l’1% della popolazione – in tutta l Asia centrale ce ne sono circa 130.000, piu 30.000 in Uzbekistan e 50.000 in Kazakistan.
Gli Uiguri sono un gruppo etnico turco che abita in diverse parti dell’Asia centrale e nello Xinjiang, in Cina. In tutto vi sono circa 400.000 Uiguri in Asia centrale – 52.000 in Kirghizistan, 224.000 in Kazakistan - e circa 10 milioni in Cina.
Non è così inusuale che nei periodi di instabilità le minoranze etniche vengano prese d’assalto dai manifestanti, specialmente se sono dedite ad attività commerciali e mercantili, dato che la xenofobia si combina facilmente con il senso di frustrazione per le differenze di ricchezza fra nativi e stranieri. I Cinesi dell’Asia centrale spesso praticano attività commerciali, e per questa ragione vengono perseguitati quando la tensione sale.
La rivoluzione kirghisa ha destato numerose preoccupazioni nel governo cinese, che si è immediatamente schierato contro la violenza chiedendo di ristabilire l’ordine al più presto. Oltre ad essere preoccupata per gli attacchi ai Dungani, Pechino teme che la rivolta kirghisa possa in qualche modo spingere la minoranza uigura dello Xinjiang a sollevarsi contro l’amministrazione cinese nel tentativo di ottenere l’indipendenza.
Inoltre Pechino teme che l’aumento della violenza contro le minoranze etniche possa indebolire i legami commerciali con i Dungani, e che le minoranze etniche possano essere spinte a lasciare il paese. Un esito simile avrebbe serie ripercussioni geopolitiche sulla Cina: infatti grazie alla presenza di comunità etniche cinesi Pechino mantiene un punto d’appoggio in Asia centrale. Nel caso in cui se ne andassero, le Russia rimarrebbe unica potenza egemone nella regione.
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