Il 14 aprile 2010 il ministro delle finanze russo ha dichiarato che Mosca offrirà al Kirghizistan un prestito da 50 milioni di dollari per ‘evitare che la situazione degeneri e il paese venga trascinato in una sanguinosa guerra civile con conseguenze nefaste per i suoi vicini.’
Al di là della retorica , Mosca intende esercitare un'influenza decisiva sul Kirghizistan per la sua vicinanza strategica a paesi come Afghanistan, Cina e Uzbekistan; e anche per controllare la parte alta della fertile valle di Fergana.
Nel 2005 in Kirghizistan vi era già stato un cambio di regime sull’onda delle cosiddette ‘rivoluzioni colorate’ ispirate dagli Stati Uniti nelle ex repubbliche sovietiche – in un periodo in cui la Russia era ancora piuttosto debole.
Ora la Russia, grazie all’appoggio dei servizi segreti che hanno contribuito attivamente alla rivolta –
si è servita della stessa strategia per insediare un governo amico a Bishkek. Subito dopo la rivolta il Cremlino ha incrementato il numero delle proprie truppe nella basi militari kirghise. Ora il prestito da 50 milioni di dollari e stato immediatamente accettato dal governo ad interim, che diventa così dipendente dai Russi.
Il cambio di regime rischia di avere ripercussioni molto negative per gli Stati Uniti, che fanno affidamento sulla base militare di Manas per i rifornimenti delle truppe in Afghanistan. Per ora le intenzioni di Mosca non sono ancora chiare, ma presto si capirà quale sarà il futuro della presenza statunitense in Kirghizistan.
A cura di Davide Meinero
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