Il 23 aprile 2010 il leader del movimento radicale sciita Muqtada al-Sadr ha lanciato un appello alla sua forza armata, la milizia del Mehdi, perché affianchi le forze di sicurezza irachene nel proteggere la maggioranza sciita contro gli attacchi terroristici. Inoltre il leader sadrista Baha al-Araji ha accusato il primo ministro Nouri al-Maliki di incompetenza, perché non è riuscito a prevenire i recenti attentati – che hanno causato 64 morti e centinaia di feriti.
Dalle elezioni del marzo scorso cresce la competizione fra Sunniti e Sciiti per la formazione del nuovo governo, che alimenta anche la violenza settaria. È la prima volta che il movimento sadrista riattiva la propria milizia dal 2008 – quando al Sadr ordinò alla milizia del Mehdi, che aveva combattuto contro il governo post-baathista sin dal 2003, di deporre le armi e di cooperare con le forze di sicurezza irachene.
Con questa mossa
il movimento sadrista, che controlla la maggior parte dei seggi ottenuti dalla coalizione Islamica sciita, l’Alleanza Nazionale Irachena (ANI), nelle ultime elezioni, gonfia i muscoli e lancia un messaggio agli avversari politici. Peraltro
pochi giorni prima i Sadristi si erano rifiutati di accettare la candidatura di al-Maliki al ruolo di primo ministro - ostacolando così la fusione fra l’ANI e il partito di al-Maliki.
La riattivazione della milizia del Mehdi vuole anche modificare gli equilibri di potere in seno alla componente sciita.
È probabile che l’Iran, che controlla il movimento di al-Sadr, intenda servirsene per ricordare agli USA che, se non riconosceranno la leadership del blocco sciita filo-iraniano, le violenze settarie in Iraq riprenderanno.
A cura di Davide Meinero
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