Il 28 aprile 2010 la Corte d’Emergenza per la Sicurezza dello Stato del Cairo ha arrestato 26 membri di Hezbollah che stavano organizzando attentati terroristici in Egitto. I colpevoli – fra cui due Libanesi, cinque Palestinesi e un Sudanese – sono stati condannati a pene comprese fra i sei mesi e i 25 anni di carcere. Secondo fonti non ufficiali però l’Egitto avrebbe fatto un accordo segreto con Hezbollah per mitigare le condanne ed evitare possibili rappresaglie contro i cittadini Egiziani in Libano.
Stimolato dall’Iran, Hezbollah negli ultimi ha cercato accoliti in Egitto. Nel paese vive soltanto una piccola minoranza sciita – meno dell’1% su 73 milioni di abitanti – e quindi Hezbollah fa fatica ad espandersi. Tuttavia il Cairo teme l’appoggio logistico che Hezbollah offre ad Hamas – a Gaza – dalla penisola del Sinai.
L’Egitto vuole contenere la minaccia di Hamas, perché non vuole che Israele lanci un attacco contro i convogli di armi destinati a Gaza che attraversano il territorio egiziano. Un attacco simile complicherebbe molto la posizione politica dell’Egitto. Provocando l’Egitto attraverso Hezbollah, l’Iran vuole non soltanto mettere in difficoltà la diplomazia egiziana, ma mostrare ai paesi della regione di essere l’unico vero difensore della causa palestinese.
Appoggiato da Arabia Saudita e Stati Uniti, l’Egitto sta cercando di contrastare le pressioni iraniane. Gli USA vorrebbero creare un fronte arabo compatto riunendo Egitto, Arabia Saudita e Siria, per gestire sia i rapporti con la Repubblica Islamica che quelli con Israele.
Recentemente il presidente egiziano Hosni Mubarak ha inviato un messaggio al segretario generale di Hezbollah Hassan Nasrallah comunicandogli che i membri di Hezbollah arrestati avrebbero ‘ricevuto una dura condanna.’ Mubarak si sarebbe però segretamente impegnato ad annullare il verdetto e a rilasciare i due Libanesi, perché preoccupato per la sorte dei 100.000 Egiziani che vivono in Libano e che potrebbero essere presi di mira dalle milizie sciite di Hezbollah.
Il presidente egiziano ha anche aggiunto di essere interessato a migliorare le relazioni con Hezbollah. L’Egitto spera di indebolire le cellule filo-iraniana rivolgendosi direttamente alla leadership di Hezbollah e facendo leva sulla propria posizione di paese arabo che intrattiene relazioni diplomatiche con Israele. Mubarak il 27 aprile scorso ha accolto il primo ministro libanese Saad al-Hariri assicurandogli che in caso di attacco israeliano l’Egitto avrebbe certamente appoggiato il Libano - proprio mentre il ministro degli esteri egiziano Ahmed Aboul Gheit si trovava in visita a Beirut. Le mosse del Cairo vogliono comunicare a Hezbollah che potrà contare sull’aiuto dell’Egitto, ma soltanto se accetterà le sue regole.
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