In Belgio si terranno nuove elezioni per il Parlamento nel giugno 2010, un mese prima che Bruxelles assuma la presidenza semestrale dell’Unione Europea. La crisi politica belga si potrebbe ulteriormente protrarre nel tempo, mettendo a repentaglio la sua capacità di guidare in maniera efficiente l’Europa e di partecipare attivamente nel processo decisionale dell’Unione .
Il conflitto fra le Fiandre, di lingua olandese, e la Vallonia, di lingua francese, è di vecchia data, ma le recenti vicende hanno spinto l’opinione pubblica belga e i politici a immaginare persino la possibile fine del Belgio, con la spartizione del territorio fra Francia e Olanda. Un epilogo simile avrebbe importanti ripercussioni economiche in Europa, non solo perché Bruxelles ospita le sedi di UE e NATO, ma anche perché potrebbe spingere altre regioni secessioniste dell’Europa verso la scissione.
Uno stato cuscinetto nella pianura nordeuropea
Il Belgio è l’unico paese europeo a Ovest del Reno privo di montagne o colline. Il fatto di trovarsi a cavallo di due importanti porzioni della pianura nordeuropea è stata una benedizione e una disgrazia al tempo stesso.
Grazie ai ricchi depositi di carbone delle Ardenne e alla vicinanza al canale della Manica il Belgio fu coinvolto subito nella Rivoluzione Industriale iniziata nella vicina Gran Bretagna già all’inizio del XIX secolo. Dalla Vallonia il processo di industrializzazione si diffuse velocemente in Francia, Germania e nel resto d’Europa verso la metà del XIX secolo. La Vallonia poteva anche contare sulle risorse finanziarie di Bruxelles e Amsterdam, città che avevano saputo sfruttare economicamente la propria posizione al centro della pianura nordeuropea e vicino al Reno.
Però
il Belgio, schiacciato fra Francia ed Europa centrale, non ha mai avuto linee di possibile difesa, ed
è sempre stato attraversato dagli eserciti che attraversavano la pianura nordeuropea - per questo è stato soprannominato il ‘campo di battaglia dell’Europa’.
La storia del Belgio moderno risale all’inizio del XIX secolo, quando in Europa la principale preoccupazione era contenere la Francia.
Nel 1815 il Congresso di Vienna stabilì la nascita del Regno Unito d’Olanda, che aveva il compito di contenere l’espansionismo francese, ma nel 1830 con l’aiuto di Parigi il Belgio si staccò e dichiarò l’indipendenza. La Francia sperava di annettere il Belgio, ma le potenze europee, guidate dalla Gran Bretagna, insediarono sul trono belga un monarca tedesco indipendente. Il nuovo stato era dominato dalle elite di lingua francese e dagli industriali valloni, con gran dispiacere delle Fiandre.
Divisioni interne e conseguenze
Dopo la Seconda Guerra mondiale il Belgio, proprio in virtù del suo essere stato il campo di battaglia dell’Europa, venne scelto come sede dell’Unione Europea e della NATO.
Ma per quanto Bruxelles avesse acquistato la fama di ‘capitale d’Europa’,
la dicotomia fra Vallonia e Fiandre non si è mai attenuata. Le Fiandre sono cresciute molto economicamente e attualmente contribuiscono al 60% della produzione del paese e quindi chiedono la cancellazione dei privilegi politici della Vallonia. Tuttavia i Valloni sono consapevoli che una scelta simile ridurrebbe la loro ricchezza.
Un’eventuale divisione del Belgio potrebbe rappresentare un precedente per altre regioni secessioniste dell’Unione Europea, come la Catalogna e i Paesi Baschi in Spagna, o la Scozia e l’Irlanda del Nord nel Regno Unito. Anche i paesi dell’Europa centrale potrebbero essere spinti a riportare all’ordine del giorno le loro rivendicazioni territoriali e rimettere in discussione i trattati passati. Se la Vallonia deciderà di unirsi alla Francia, perché - ad esempio - non potrebbero chiedere di riunirsi all’Ungheria le minoranze ungheresi di Romania, Slovacchia e Serbia?
A cura di Davide Meinero
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