Il 3 maggio 2010, un giorno dopo aver conquistato la città di Harardhere,
il portavoce della milizia islamista Hizbul Islam Mohamed Abdi Aros ha dichiarato che “metterà presto fine alla pirateria in Somalia e libererà tutti gli ostaggi catturati dai pirati durante la loro fuga”.
Non è chiaro a quale fazione di Hizbul Islam Aros appartenga. Certamente non a quella guidata da Ahmed Madobe, che affianca il Governo Transnazionale Federale per combattere i jihadisti di al Shabaab. Potrebbe appartenere all’Alleanza per la Re-Liberazione della Somalia guidata dallo sceicco Hassan Dahir Aweys, ex leader del Consiglio Supremo delle Corti Islamiche, oppure al Fronte Islamico Somalo.
All’arrivo dei miliziani i pirati sono fuggiti da Harardhere portando con sé alcuni ostaggi. Benché pesantemente armati di fucili, mitragliatori e granate, i pirati sono spinti da motivazioni economiche e non hanno intenzione di battersi contro un nemico fortemente ideologizzato e pronto a morire per la causa.
Dopo la conquista di Harardhere da parte di Hizbul Islam le autorità regionali hanno preso precauzioni per arginare la milizia e isolarla dalle aree circostanti.
Nessuno ha avuto il pieno controllo delle coste somale dopo la cacciata di Siad Barre nel 1991, ed è altamente improbabile che Hizbul Islam possa porre fine alla pirateria nel Corno d’Africa.
Tuttavia le operazioni antipirateria guidate dalla comunità internazionale e la minaccia di Hizbul Islam hanno costretto i pirati ad abbandonare alcune postazioni e a ridurre il volume delle attività.
A cura di Davide Meinero
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