Gli obiettivi degli attentati talebani

Il 5 maggio 2010 otto terroristi hanno preso d’assalto gli uffici governativi di Zaranji, sul confine fra Afghanistan e Iran, ma sono stati neutralizzati e uccisi dalle forze di sicurezza. A quanto pare i terroristi avevano anche preparato un’autobomba che non ha funzionato a dovere. Gli attentatori hanno dunque sprecato una grande quantità di risorse senza raggiungere i risultati sperati.

Il leader talebano Mullah Mohammad Omar aveva rilasciato mesi fa una dichiarazione in cui vietava ai Talebani di ricorrere ad attacchi suicidi senza previa autorizzazione da parte dei vertici.

Ci si chiede che scopo volessero raggiungere i Talebani con questo attentato. Il valico di Zaranji, che collega l’Afghanistan al porto iraniano di Chabahar, si trova alla periferia dell’Afghanistan, nella provincia di Nimroz, e non riveste grande importanza per le forze ISAF (International Security Assistance Force).

La maggior parte degli Afgani sono contrari al terrorismo suicida, come la maggior parte dei Mussulmani. I Talebani cercano di avere la fiducia della popolazione in quanto amministratori efficienti, e dando prova di rimanere sul territorio anche contro la volontà degli Americani. È probabile che i Talebani volessero colpire l’ufficio del governatore locale, il dipartimento di giustizia e la corte locale per infierire un duro colpo all’amministrazione locale e dimostrare all’opinione pubblica di essere più forti del governo regionale.

In ogni caso l’attentato dimostra che i jihadisti non hanno intenzione di interrompere le operazioni, ma sono più che mai intenzionati a modificare la situazione sul terreno a proprio vantaggio appena le truppe ISAF si allontanano.