Il 19 maggio 2010 il Ministero del Turismo e dell’Industria argentina ha annunciate
nuove misure anti-dumping sui prodotti tessili dalla Cina e dall’Indonesia.
Buenos Aires in passato aveva già introdotto dazi sulle merci cinesi, e Pechino in risposta ha ridotto a quasi metà le importazioni di soia argentina.
La Cina, che ha il più grande consumo di soia al mondo
, potrebbe reagire all’annuncio diminuendo ulteriormente le importazioni e danneggiando il settore agricolo argentino, che versa già in stato di crisi.
Il governo argentino sta usando alte tasse anche sulle esportazioni per spingere gli agricoltori a coltivare prodotti necessari per il consumo interno, come il grano, che però non offre agli agricoltori opportunità di guadagno, perché
i prezzi sono calmierati, cioè imposti dal governo. Per sfuggire al controllo statale gli agricoltori si sono buttati sulla coltivazione della soia, che - essendo destinata al mercato estero, soprattutto cinese – non ha un prezzo imposto.
Se anche questa possibilità di esportazione agricola scema, subito dopo la stagione dei raccolti è probabile che gli agricoltori faranno di nuovo sentire il proprio scontento con scioperi e dimostrazioni di protesta, che potrebbero anche far cadere il governo.
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