Il 2 giugno 2010 la Banca Centrale Iraniana ha deciso di convertire 45 miliardi di euro delle proprie riserve in dollari e oro.
Fra il 2006 e il 2009 l’Iran ha convertito circa la metà le proprie riserve in euro, a quell’epoca decisamente più forte del dollaro - e questa mossa si sposava perfettamente con l’antiamericanismo del regime. Ma negli ultimi sei mesi l’euro ha perso circa il 20% rispetto al dollaro, il che ha causato un notevole danno all’economia iraniana, già sofferente dopo decenni di sanzioni che hanno messo in ginocchio il settore energetico, principale fonte di reddito di Teheran.
Ora il regime di Teheran decide di ritornare al dollaro: segno di pragmatismo. E di cattiva gestione: vendere i dollari perché tutti li vendono, comperarli perché tutti li comprano, non è un gran modello di gestione.
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