Il 15 giugno 2010 l’azienda canadese Energy Lane ha dichiarato di voler iniziare a estrarre gas da rocce scistose nella Depressione Baltica secondo un procedimento noto come ‘fracking’ – o ‘fracturing idraulico’.
Grazie alla tecnica del ‘fracking’ il gas naturale viene estratto da rocce porose che di solito hanno grandi concentrazioni di gas intrappolato nei pori e nelle strette fessure. Questo tipo di gas ‘non convenzionale’ di solito si trova in ambienti particolari, ad esempio nelle sabbie compatte, negli strati di carbone del sottosuolo e nelle rocce scistose.
Il ‘fracking’ funziona così:
1) le rocce vengono perforate;
2) poi nelle fessure viene pompata dall’acqua mista a sabbia (o altri composti granulari) a pressione altissima, in modo da tenere aperte le fessure e far uscire il gas, che viene aspirato in apposite tubature.
Grazie all’adozione del ‘fracking’ le riserve statunitensi si sono moltiplicate per sette nell’arco di pochi anni.
I paesi dell’Europa dell’Est, altamente dipendenti dal gas russo, guardano con interesse a questa nuova tecnologia.
La Polonia ha un consumo di circa 13,7 miliardi di metri cubi di gas all’anno – proveniente da giacimenti domestici, (4,1), russi (7,1) e uzbeki (1,5). Lo scorso febbraio però Varsavia e Mosca hanno firmato un accordo che prevede un aumento delle importazioni fino a 11 miliardi di metri cubi nei prossimi mesi per far fronte all’aumento della domanda.
Attualmente tutta l’energia elettrica consumata in Polonia viene prodotta dalle centrali termoelettriche alimentate a carbone – estratto in patria. Ma nei prossimi mesi Varsavia dovrà diminuire le emissioni di gas serra per soddisfare i parametri europei e sarà costretta a passare dal carbone al gas. Anche il rigassificatore di Swinoujscie, che ha una capacità di 2,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno, serve a ridurre la dipendenza dalla Russia, ma non a svincolarsi completamente dall’energia russa.
Grazie al ‘fracking’ la Polonia potrebbe ridurre ulteriormente il volume delle importazioni di gas, anche se non è ancora possibile stabilire in quale misura.
A cura di Davide Meinero
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