24 giugno 2010
L’Assemblea Nazionale venezuelana sta per approvare la nazionalizzazione di 11 impianti di trivellazione dell’azienda statunitense Helmerich & Payne (H&P) nello stato di Anzoategui, in Venezuela, che verrebbero rilevati da Petroleos de Venezuela (PDVSA).
PDVSA ha accusato la Helmerich & Payne di aver bloccato la produzione aggravando la crisi energetica del paese. Dal canto suo H&P ha replicato affermando che le interruzioni sono dovute ai mancati pagamenti da parte dello stato venezuelano, e ha aggiunto che d’ora in poi vorrà pagamenti in dollari e non in bolivar, soggetti a continue svalutazioni.
A partire dalla crisi del 2008 – che ha fatto crollare il prezzo del petrolio - PDVSA ha accumulato otre 21,4 miliardi di dollari di debito con varie aziende energetiche fra cui Halliburton, Schlumberger, Baker Hughes, San Antonio Internacional, A.P. Moeller-Maersk, BJ Services Co. e Weatherford International Ltd.
La PDVSA non ha i mezzi per gestire da sola gli impianti di trivellazione, ma si serve dello spauracchio delle nazionalizzazioni per spingere le aziende petrolifere ad accettare le proprie condizioni di pagamento.
Per ridurre l’entità del debito a partire da gennaio il governo ha deciso di svalutare il bolivar, ma dopo i primi benefici la situazione si è di nuovo bloccata. È probabile che il governo ricorra a nuove svalutazioni, che potrebbero però aumentare l’inflazione e rendere ancora più difficile il pagamento dei debiti in dollari da parte di PDVSA.
A cura di Davide Meinero
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