24 agosto 2010
Il tentativo iraniano di avere armi nucleari e missili a lungo raggio per trasportarle rappresenta una minaccia anche per i paesi dell’Asia centrale e del subcontinente indiano.
L’espansionismo della Repubblica Islamica preoccupa anche la Russia.
Sul piano geopolitico Russia e Iran sono sempre stati rivali. Durante le fasi espansionistiche l’Iran si è sempre allargato verso l’Asia minore e l’Europa oppure verso l’India, ma anche verso la Russia. Nel 1739 l’imperatore persiano Nadir Shah mosse dall’India – governata da un’ormai decadente dinastia Moghul - verso nord, attaccando gli attuali Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. In pochi decenni Russia e Persia si trovarono a disputarsi il controllo del Caucaso e delle regioni a oriente del Mar Caspio. Nel 1781 la Persia riuscì a bloccare con successo l’avanzata russa nella regione, anche perché la Russia era assorbita dallo scontro con il ‘vero’ nemico, l’Impero Ottomano – non vanno scordati ad esempio gli sforzi russi per liberare le popolazioni cristiane dei Balcani.
La fondamentale risorsa geo-strategica della Russia è la pianura che dall’Ucraina meridionale raggiunge la punta meridionale degli Urali, attraversa la Mongolia e raggiunge il Pacifico – più o meno parallelamente al tragitto della Transiberiana. È stata la costruzione della ferrovia nel XIX secolo a spingere il geografo inglese Halford Mackinder ad elaborare la teoria del ‘perno geografico della storia’, su cui si basa la ‘Geopolitica’.
Secondo Mackinder questa regione era effettivamente ‘immune dai pericoli di un assalto proveniente dal mare’: ed è proprio grazie al controllo di tale pianura che la Russia ha potuto in più occasioni mettersi al riparo dagli attacchi esterni. Se l’Iran riuscisse a conquistare questo corridoio pianeggiante la Russia sarebbe in grave pericolo. Era questa la regione controllata dai Tartari, che tennero sotto scacco i principati russi fino al XVI secolo.
Il Cremlino teme la possibile creazione di una nuova alleanza turco-persiana che potrebbe puntare a Nord approfittando della debolezza endemica dei paesi dell’Asia centrale. Se gli Stati Uniti perdessero la guerra in Afghanistan, Mosca dovrebbe affrontare questa minaccia da sola. Per questo la Russia ha deciso di permettere il flusso sul proprio territorio dei rifornimenti per le truppe della NATO in Afghanistan.
A cura di Davide Meinero
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