Le barriere naturali hanno impedito la nascita di un’unica entità politica estesa su tutto il territorio – ad esempio le grandi catene montuose che separano l’Europa settentrionale da quella meridionale. Le diverse condizioni ambientali dell’Europa meridionale e settentrionale hanno favorito la nascita di società, culture ed economie diverse, dunque di stati diversi.
Esistono però anche importanti elementi geografici che spingono all’unione:
1) la fertile Pianura Europea, ricca di fiumi navigabili, dalla steppa russa attraversa l’Europa intera fino a raggiungere i Pirenei, ed è la zona in cui si concentra gran parte della ricchezza al mondo;
2) il Mar Mediterraneo, facilmente navigabile, importante crocevia dei commerci fra i paesi dell’Europa meridionale.
Il ruolo dei fiumi
Quasi tutti i corsi d’acqua europei, per quanto vicini, non sono interconnessi, e quindi i singoli stati nazionali hanno sempre potuto beneficiare ognuno del proprio fiume – importante centro di accumulo di capitale.
Esistono però eccezioni: la valle della Loira e della Senna, separate da una piccolissima striscia, sono sempre state integrate fra di loro. Il Rodano, data la sua vicinanza alle coste meridionali, è l’unico collegamento naturale fra il Mediterraneo e la Pianura Europea. La Francia si trova perciò in una posizione strategica a cavallo fra l’Europa settentrionale e meridionale, ed è l’unica potenza europea capace di proiettare la propria egemonia nel teatro europeo sia a Nord sia a Sud.
La geografia della Francia
La Francia è circondata da montagne, tranne che a Nordest, e per questo ha sempre dovuto difendersi soltanto in direzione della Grande Pianura Europea e del mare.
All’interno è quasi completamente pianeggiante e ha a disposizione numerosi fiumi navigabili che favoriscono il commercio.
Il cuore della Francia è la Beauce, la pianura più fertile dell’Europa. Parigi (che si trova all’estremità settentrionale della Beauce) si trova in una posizione strategica da cui può controllare il traffico commerciale lungo la Grande Pianura Europea, e trarre beneficio anche dal commercio sull’Atlantico, utilizzando la Senna. La Francia ha tutte le caratteristiche geografiche necessarie per essere una grande potenza economica.
Gli imperativi geopolitici della Francia
La Francia deve soddisfare tre imperativi geopolitici principali:
1) espandere i propri confini fino ai Pirenei a Sudovest, all’Atlantico a Nord e a Ovest e alle Alpi a Sudest;
2) presidiare il confine orientale lungo la Grande Pianura Europea, da cui sono facilmente possibili invasioni;
3) essere flessibile, ovvero essere pronta a cambiare alleanze di volta in volta per non permettere l’insorgere di una potenza minacciosa nella Grande Pianura Europa.
Un po’ di storia
L’introduzione della cavalleria pesante nelle guerre contro gli arabi (VIII secolo d.C.) favorì la nascita del feudalesimo in Francia. Il re, che non poteva economicamente gestire i costi della cavalleria, affidò ai vassalli il compito di addestrare i cavalieri in cambio di ampie porzioni di terra. Il feudalesimo però portò alla frammentazione del paese: dopo la fine dell’Impero di Carlo Magno (843 d.C.) i signori feudali si arroccarono nei loro possedimenti rendendosi indipendenti. Approfittando di questa situazione di debolezza la Gran Bretagna tentò a più riprese di sottomettere la Francia al proprio dominio fra l’XI e il XV secolo.
Per difendersi dall’assalto inglese durante la Guerra dei Cent’Anni (1337-1453) la monarchia fu spinta a riprendere le redini e accentrare nelle proprie mani tutte le risorse per costruire fortificazioni, cannoni e fucili e fermare l’avanzata nemica. Da allora la Francia ha mantenuto un assetto fortemente centralizzato.
La minaccia asburgica
Fra il XVI e il XVIII la Francia era minacciata dagli Asburgo che dominavano l’Austria, buona parte dell’Italia, la Spagna e le vie commerciali dell’Olanda (vedi mappa).
Parigi strinse varie alleanze per evitare che l’Impero Asburgico si radicasse in Belgio e in Olanda, alleandosi anche con l’Impero Ottomano durante le lotte in Italia del XVI secolo, e con i ducati protestanti della Germania durante la Guerra dei Trent’Anni (1618-1648).
Con il declino degli Asburgo la Francia tentò di diventare la potenza egemone d’Europa senza riuscirci: le varie guerre del XVIII secolo per ottenere il controllo dell’Europa prosciugarono le casse dello stato e spinsero la popolazione, sempre più impoverita, a ribellarsi alla monarchia nel 1789 (Rivoluzione Francese).
Il pericolo tedesco
La Rivoluzione Francese ebbe come conseguenza la nascita del nazionalismo, che rese la Francia ancora più forte e unita. Durante l’epoca napoleonica i Francesi conquistarono buona parte dell’Europa – estremamente frammentata – spingendosi fino alla Russia, ma non riuscirono a dominare l’Europa perché non avevano abbastanza risorse né abbastanza uomini.
Dopo Napoleone (1815) l’idea dello stato nazionale si diffuse in tutta Europa, soprattutto in Germania. Nell’arco di pochi decenni la Prussia, grazie all’abilità diplomatica del cancelliere Otto von Bismarck, unificò la Germania e scatenò una guerra contro i Francesi battendoli nel 1871.
Per difendersi dai Tedeschi la Francia strinse alleanze con gli stati che circondavano la Germania – con il Regno Unito e la Russia (Triplice Intesa) e, dopo la Prima Guerra Mondiale, con Cecoslovacchia, Romania e Yugoslavia. Questa strategia non ebbe successo: la Germania, estremamente efficiente sul piano tecnico-militare, nel 1940 inferse alla Francia una durissima sconfitta.
La Francia contemporanea
Nel 1945 la Germania venne sconfitta e occupata dagli Alleati. Pochi anni dopo la Francia promosse la creazione della Comunità del Carbone e dell’Acciaio, cui aderirono Belgio, Francia, Germania Occidentale, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, che aveva lo scopo di mettere in comune le due preziose risorse. Questo accordo, che di fatto impediva ai paesi membri di riarmarsi segretamente, serviva alla Francia per proteggersi dalla Germania, contro cui aveva combattuto tre sanguinose guerre in meno di cent’anni.
Fino alla fine della Guerra Fredda la Germania funse da ‘linea Maginot’ fra la Francia e il blocco sovietico. Poco prima della riunificazione Parigi accelerò il processo di integrazione europea convincendo la Germania a entrare nell’unione monetaria e obbligandola di fatto a rimanere legata al blocco europeo - per prevenire eventuali svolte egemoniche. A distanza di vent’anni Berlino non potrebbe abbandonare l’UE senza causare sconvolgimenti economici all’Europa intera, e a se stessa. La Francia ha però tuttora due timori:
1) la Germania potrebbe decidere di abbandonare l’Unione nel tentativo di ricostruire l’Europa a proprio piacimento;
2) la Germania potrebbe (più verosimilmente) restare nell’Unione, ma voler dettare le regole del gioco a scapito della Francia, economicamente più debole.
Durante la recente crisi economica Berlino ha fatto capire agli altri paesi membri che se vorranno beneficiare degli aiuti economici tedeschi dovranno concedere alla Germania maggior potere decisionale in Europa. Parigi teme che la competizione economica franco-tedesca possa sfociare in un nuovo conflitto, con l’unica differenza che questa volta, essendo ‘intrappolata’ nell’UE con Berlino (da cui dipende economicamente), non avrebbe libertà d’azione. Parigi spera che i Tedeschi non rinuncino all’alleanza franco-tedesca che ha garantito a entrambi un ruolo di prim’ordine negli ultimi cinquant’anni.
Ma si avverte una nuova irrequietezza all’interno dell’ Unione Europea oggi: Francia e Germania a non sono più sempre in sintonia.
A cura di Davide Meinero
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