Il 22 settembre 2010 il presidente russo Dmitri Medvedev ha firmato una legge che, in conformità con le ultime sanzioni varate dal Consiglio di Sicurezza vero la Repubblica Islamica, vieta il trasferimento di sistemi difensivi anti-aerei S-300, carri armati, aerei da guerra ed elicotteri all’Iran. D’ora in poi gli Iraniani coinvolti in attività legate al programma nucleare non potranno più transitare su territorio russo e i Russi non potranno più offrire servizi finanziari all’Iran nel caso le operazioni finanziarie siano riconducibili al programma nucleare. Si tratta di una notizia importante, anche perché la Russia ha costruito gran parte della centrale di Bushehr – tuttora gestita da 200 scienziati russi.
Negli ultimi sei mesi Mosca è venuta incontro Stati Uniti firmando le sanzioni contro l’Iran, favorendo il transito dei rifornimenti verso l’Afghanistan sul proprio suolo e anche offrendo di ammodernare e riparare l’equipaggiamento utilizzato dalle forze della coalizione in Afghanistan. In cambio gli USA hanno offerto di investire nella modernizzazione della Russia e hanno ridimensionato i rapporti con le ex repubbliche sovietiche (Georgia e Ucraina) permettendo a Mosca di consolidare l’egemonia sulla propria periferia.
Ma la legge firmata da Medvedev offre ai Russi una scappatoia, in quanto riguarda il trasferimento su veicoli, navi o aerei che battono bandiera russa. Mosca potrebbe sempre rifornire l’Iran di tutta l’attrezzatura necessaria attraverso altri stati o attraverso joint-ventures con i paesi limitrofi – ad esempio Kazakistan o Bielorussia. Così facendo Medvedev si è ritagliato uno spazio di manovra da utilizzare come arma contro gli Stati Uniti in caso di necessità.
Recentemente gli USA hanno fatto un gesto di buona volontà verso i Russi dichiarando che vedrebbero di buon occhio l’ingresso dei paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) nel Trattato Forze Armate Convenzionali in Europa (Conventional Armed Forces in Europe Treaty, CFE) cui aderì la Russia dopo la disintegrazione dell’URSS.
Ma anche in questo caso al di là della retorica non c’è nessuna probabilità che i paesi baltici, membri della NATO, seguano i consigli di Washington – dato che non rinunceranno di certo ai vantaggi dell’Alleanza Atlantica.
In conclusione, Russia e USA sanno di aver bisogno l’una dell’altra, ma la (forse) eccessiva diffidenza alimentata da decenni di rivalità impedisce loro di fare concessioni concrete e decisive alla controparte.
A cura di Davide MeineroI vostri commenti
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