A Lisbona il vertice NATO ha visto il tentativo di elaborare un nuovo concetto strategico per l’alleanza, tale da accomodare interessi e timori di troppi paesi diversi.
Alla base delle contraddizioni c’è il rapporto della Russia con l’Europa e gli USA. Una parte dei paesi d’Europa (quelli dell’Europa Centrale e l’Inghilterra, ma anche la Francia – tant’è che Francia e Inghilterra hanno recentemente deciso di integrare operativamente i reparti specialistici dei propri eserciti) teme il possibile emergere di un’asse russo-tedesca che domini l’Europa, a scapito dell’economia e dell’indipendenza degli altri popoli europei. Una tale possibilità è anche temuta dagli USA, che hanno interesse a che l’Europa sia pacifica e prospera, ma non tanto potente da poter sfidare l’egemonia americana.
I rapporti fra Russia e USA sembravano più distesi e collaborativi da quando i Russi hanno annunciato di non voler consegnare all’Iran il sistema di difesa aerea S-300. Recentemente però Medvedev ha avuto un incontro cordiale e molto pubblicizzato con Ahmadinejad a Baku e oggi, 21 novembre 2010, si è saputo che in realtà un sistema radar russo è stato consegnato all’Iran con una quadrangolazione fra Russia, Bielorussia, Venezuela e Iran.
A Lisbona gli Stati Uniti hanno vigorosamente insistito sulla costruzione di un sistema di difesa antimissilistica in Europa dell’Est e in Turchia, per una comune difesa dall’Iran. La Russia non vuole assolutamente che l’Europa dell’Est sia sede del sistema anti-missilistico, che potrebbe essere usato dagli Europei anche per difendersi dalla Russia stessa. L’irritazione e il sospetto dei Russi è aumentato in questo momento dalla mancata ratifica da parte del Congresso americano dell’accordo START per la riduzione degli armamenti nucleari.
Gli Europei in generale hanno come priorità il mantenimento di buoni rapporti di collaborazione con la Russia, senza rinunciare all’ombrello di difesa USA tramite la NATO - e per questo hanno chiesto che a Lisbona la Russia fosse presente - non al vertice NATO, ma in incontri a parte. Un difficile esercizio di equilibrismo.
La Turchia sta cercando di assumere la leadership politica del Medio Oriente, con l’appoggio americano, in funzione sostanzialmente anti-iraniana e pro-araba. Ora ha chiesto il potere di veto all’interno della NATO su qualunque iniziativa riguardi il Medio Oriente e l’Iran. Per altro chiede anche che tutto il territorio turco sia ben protetto da impianti anti-missile NATO, perché teme sia l’Iran sia la Russia, entrambi suoi vicini un po’ troppo potenti. La Turchia è un paese chiave nella strategia NATO per la sua posizione geografica, ma la sua attuale presa di posizione contro Israele, suo tradizionale alleato fino a due anni fa, rende difficile fidarsi dei futuri governi turchi. Il governo USA è particolarmente interessato in questo periodo a ‘risolvere’ la questione israelo-palestinese, proprio per tentare di eliminare dal tavolo il problema dei rapporti fra Turchia e Israele. Se la questione fosse risolta, la Turchia potrebbe essere il paese perno della politica americana per il Medio Oriente. Ma la questione non può essere risolta senza sacrificare del tutto Israele e mettere a rischio al sua sopravvivenza, cosa che sarebbe intollerabile per l’opinione pubblica americana.
E’ una partita molto complicata, che continuerà a lungo. Ed è una partita in cui noi Italiani siamo impegnati direttamente, e dobbiamo capire come muoverci.
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