Negli ultimi dodici mesi la Francia ha lanciato un’operazione diplomatica nei confronti di alcuni paesi emergenti, soprattutto India e Brasile, ottenendo importanti risultati per l’industria francese della difesa. Il presidente francese Nicolas Sarkozy, come il presidente Obama, fa fronte al calo di popolarità in patria tentando di ottenere successi all’estero per riconquistare un po’ di consensi.
A inizio dicembre 2010 Sarkozy si è recato in visita in India e ha stretto accordi per oltre $20 miliardi in diversi settori: aviazione civile, energia atomica, difesa, etc.
Nel puntare su Brasilia e Nuova Delhi c’è un calcolo politico: la Francia assumerà la presidenza del G-20 nel 2011, e per esercitare la leadership del Gruppo cerca l’appoggio di India e Brasile. Brasilia e Nuova Delhi potrebbero essere pronte a far concessioni in cambio del sostegno della Francia a ottenere un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU, senza dipendere apertamente dalla scelta degli USA.
L’India ha appena firmato un accordo sul nucleare civile con la Francia – invece che con gli Stati Uniti. È uno schiaffo diplomatico con cui l’India afferma la propria autonomia da Washington, ontinuando invece a stringere accordi con Francia, Russia, e altri.
Il Brasile è una potenza emergente alla ricerca di spazi nell’arena internazionale. La vicenda dell’acquisto dei jet militari è esemplare: anche se la decisione ufficiale non è stata annunciata, Brasilia pare orientata a preferire i Rafale francesi ai Grippon svedesi – che costano meno e sono più adatti alle necessità militari brasiliane – perché i velivoli francesi sono privi di componenti statunitensi, e il Brasile non dipenderebbe dagli USA per la manutenzione.
Ovviamente Parigi è spinta anche da motivazioni economiche: i recenti accordi stretti da Sarkozy contribuiranno a portare la Francia fuori dalla crisi economica.
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