Raggiunto l'accordo
in Libano?

24/12/2010

24 dicembre 2010

Voci ufficiose sostengono che con la mediazione di Siria e Arabia Saudita si sia raggiunta una mediazione fra Hezbollah e il governo del Libano sulle conseguenze dell’imminente incriminazione di membri di Hezbollah da parte del Tribunale Internazionale per l’assassinio del padre dell’attuale primo ministro Hariri. La colpa verrebbe attribuita al generale Jamil al-Sayyid, ex capo dell'apparato di sicurezza generale libanese, che è stato rilasciato dal carcere nell'aprile del 2009  insieme ad  altri tre ufficiali.

 

Secondo fonti militari libanesi Abdulmajid Ghamloush – il militare che ha utilizzato uno degli otto telefoni cellulari che hanno permesso  agli investigatori di rintracciare un contatto diretto con Hezbollah per l'omicidio Hariri - è stato trovato morto in Siria dopo aver subito un ‘interrogatorio’ da parte di Hezbollah. Due anni prima gli era stato concesso asilo in Siria e viveva sul versante orientale del Rif, vicino a Damasco. Potrebbe esser stato messo a tacere dalle autorità siriane con il consenso di Hezbollah. Secondo fonti diplomatiche a Riad Hezbollah ha chiesto a al-Hariri di dimettersi e di mettere a tacere tutta la questione, e in cambio Hezbollah non scatenerà le fazioni interne. Al-Hariri lascerà la politica per tornare alla sua carriera di uomo d'affari, e il governo libanese non cambierà atteggiamento nei confronti di Hezbollah. Ma gli uomini di fiducia di Hariri nelle forze di sicurezza libanesi non saranno rimossi. Sauditi e Siriani si sono resi garanti del mantenimento del generale Ashraf Rifi a capo delle Forze di Sicurezza Interna libanesi (ISF), e del riconoscimento dell’autonomia del Servizio Informazioni delle Forze di Sicurezza, guidato dal generale Wisam-Hasan, entrambi amici e sostenitori di Hariri.

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