13 febbraio 2011
Negli ultimi anni lo sviluppo economico nelle aree rurali dell’entroterra ha indotto molti lavoratori migranti a cercar lavoro all’interno del paese, non più lungo la costa.
Dal 2004 le regioni costiere si sono trovate ciclicamente in carenza di manodopera, specialmente intorno al Capodanno Cinese, quando molti tornano in famiglia per le feste. Nel 2010 però questa situazione è durata tutto l’anno. Secondo il China Human Resource Market Information Monitoring Center nel 2010 per la prima volta la domanda di lavoro è stata superiore all’offerta – soprattutto nel primo e nell’ultimo trimestre.
La demografia cinese
La politica cinese del figlio unico ha portato a un drastico calo delle nascite provocando una forte diminuzione del numero dei lavoratori, soprattutto nella fascia fra i 25 e i 35 anni. Al momento sono ancora 100 milioni i Cinesi delle aree rurali che migrano sulla costa in cerca di lavoro ma questo numero è destinato a scendere in futuro.
Secondo i dati dell'Ufficio Nazionale Statistico Cinese fra il 2008 e il 2009 il numero di lavoratori emigrati nelle regioni costiere è calato dell'8,5%, perché Pechino negli ultimi tre anni (soprattutto dopo la crisi economica del 2008) ha puntato sullo sviluppo delle regioni interne, spingendo molte aziende a trasferire gli impianti nell’entroterra. La Taiwan’s Hon Hai Precision Industry ha annunciato per esempio il prossimo trasferimento di tre fabbriche di componenti elettroniche (per un totale di 400.000 posti di lavoro) a Chengdu, nel Sichuan.
Fra i lavoratori con diploma di scuola superiore o con un titolo inferiore la disoccupazione è in calo costante. Al contrario i laureati, specialmente quelli con specializzazioni, devono affrontare un livello di concorrenza maggiore. Questo induce a pensare che la popolazione cinese sia pronta a diminuire le produzioni semplici a basso valore aggiunto, che richiedono manodopera poco qualificata, e a incrementare produzioni che richiedono lavoratori altamente qualificati e tecnologia avanzata.
Se questi cambiamenti in Cina proseguiranno, stimoleranno prima o poi cambiamenti anche nella struttura produttiva di altri paesi: a medio termine la Cina potrebbe non essere più il centro mondiale dei prodotti di primo prezzo. Si potrebbero aprire spazi competitivi anche per altri paesi. E potrebbe aumentare la concorrenza mondiale sui prodotti tecnologici, persino nei beni di lusso. Quando cambia la Cina, prima o poi il mondo è costretto a cambiare per adeguarsi.
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