È passata quasi inosservata in questi giorni la notizia che anche i Palestinesi hanno proclamato la loro ‘giornata dell’ira’: ma non per protestare contro una classe dirigente incapace e settaria, sempre al soldo di diverse potenze regionali, che da 80 anni li mantiene prigionieri del mito che cacciare gli Ebrei da Israele e riconquistare quelle terre risolverà i loro problemi e li porterà a vivere in una società giusta, in nome della quale nel frattempo debbono essere pronti a morire.
Dal 1929 (massacro degli Ebrei di Hebron) generazioni di Palestinesi sono vissuti e sono morti in una società violenta che, anziché costruire le proprie istituzioni e il proprio futuro, vive di elemosine internazionali e combatte contro Israele e contro gli Ebrei nel mondo (ricordate l’Achille Lauro e l’eroica uccisione di un turista ebreo americano in carrozzella, ricordate l’uccisione del ‘nemico’ Stefano Tachè a Roma nel 1982, di anni 2?), per la maggior gloria ora del nazismo hitleriano, ora del nasserismo egiziano, ora del wahabismo saudita, ora della teocrazia iraniana.
Ma il giorno dell’ira palestinese era rivolto non contro questa classe dirigente, bensì contro gli Stati Uniti, che hanno bloccato al Consiglio di Scurezza l’ennesima risoluzione contro Israele proposta per l’ennesima volta dall’ennesima assemblea ONU strumentalizzata da una maggioranza automatica di paesi ostili agli USA e a Israele. Per l’ennesima volta i Palestinesi hanno rivolto la propria ira contro un obbiettivo inutile, e non escono dalle proprie contraddizioni interne, dall’ ossessione dell’odio per Israele e per gli USA, che non permette loro di iniziare a costruire la società ‘giusta’ che anche loro sicuramente desiderano, come ogni popolo.
Chissà se nei prossimi mesi vedremo una evoluzione verso la concretezza anche fra i Palestinesi?
Dell’ira mal diretta dei Palestinesi tratta un articolo di Sol Stern apparso sul City Journal del 25 febbraio, che alleghiamo in calce.
P.S. Da notare che nessuno dei paesi europei membri del Consiglio di Sicurezza ha votato contro la risoluzione: Francia, Germania, Inghilterra e Portogallo. Tutti allineati e coperti dietro la vecchia retorica terzomondista contro il sionismo!
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