L'aumento di prezzo del ferro
e la richiesta cinese

07/03/2011

3 marzo 2011

La Cina importa oltre metà del minerale ferrosi di cui ha bisogno. Il mercato globale di minerale ferroso è controllato da due grandissimi produttori: il Brasile e l’Australia. I loro prezzi sono in aumento costante da anni, anche durante la crisi. La Cina nel 2010 ha importato meno minerale ferroso che nel 2009, ma ha speso il 58% di dollari in più!

 
Anche il carbone coking usato nelle acciaierie è aumentato di prezzo, per cui le acciaierie cinesi nel 2010 hanno avuto un margine di utile netto pari soltanto al 2,5%, contro il 7,5% dell’anno precedente. Questo significa che l’industria cinese dell’acciaio potrebbe entrare in crisi ed aver bisogno di sussidi pubblici. Per questo motivo è stato rimosso e sostituito il capo della China Iron and Steel Association (CISA), accusato di non aver saputo gestire  bene le negoziazioni sul prezzo.  La sua tattica è consistita nel rifiutarsi di fare contratto a medio termine ai prezzi richiesti, nella convinzione che i prezzi  sarebbero prima o poi scesi, o che sarebbero almeno rimesti invariati.

Invece i prezzi hanno continuato a crescere, e nel corso dell’anno le acciaierie cinesi hanno dovuto comperare il minerale mese per mese a prezzi crescenti, senza poter aumentare i prezzi ai loro clienti, con cui avevano fatto contratti di durata più lunga.

Nel piano di sviluppo a 12 anni  del governo cinese è previsto che la Cina divenga socia al 50% nelle aziende internazionali che controllano il mercato del materiale ferroso, ma Australiani e Brasiliani hanno fino ad ora impedito l’ingresso della Cina nel capitale azionario della loro industria mineraria.

L’utilizzo di acciaio in Cina è in costante crescita: il gigantesco lavoro di rinnovamento e ampliamento di tutte le infrastrutture (ferrovie, strade, edifici, industrie) assorbe circa la metà del  minerale di ferro  estratto ogni anno al mondo.  

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