Il 3 marzo 2011 un attentatore ha ucciso due soldati americani e l’autista del loro autobus, fermo davanti all’aeroporto di Francoforte.
Gli specialisti di sicurezza che seguono le raccomandazioni e le istruzioni che vengono date ai miliziani dai siti jihadisti internazionali dicono da oltre un anno che le zone non sorvegliate degli aeroporti, prima del check-in e all’uscita dei passeggeri in arrivo, sono le aree dove attentati jihadisti sono più facili e più probabili, anche in Occidente. Gli attentatori possono preparare l’attacco con lunghi e anche ripetuti sopraluoghi, mescolandosi ai viaggiatori in attesa e a quelli che entrano ed escono dall’aeroporto, senza dare nell’occhio, senza creare sospetti. L’attentato al Domodedovo International Airport di Mosca aveva già fornito una conferma.
L’attentatore pare sia un Albanese del Kosovo di 21 anni. Benché gli Albanesi abbiano evitato forme di radicalizzazione islamica ed abbiano avuto il sostegno dell’Occidente nella guerra contro la Serbia, il numero di quelli coinvolti in attacchi terroristici contro gli USA è in aumento. Un Albanese faceva parte del complotto per l’attacco a Fort Dix del 2007. Un altro faceva parte di una cellula scoperta nel 2009 a Brooklyn. Alcuni sono stati segnalati nei campi di addestramento in Pakistan.
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