Pakistan: tensioni fra ISI e CIA

18/03/2011

16 marzo 2011

Dal 2001 a questa parte si sono verificati più di 13 attacchi ai danni delle forze di sicurezza americane in Pakistan. I terroristi colpiscono con maggiore frequenza le forze di sicurezza pakistane, più numerose e in linea di massima meno protette, ma non sono rari attacchi contro agenti dell’ISI (servizi segreti pakistani), militari pakistani e guardie di frontiera.

Le operazioni della CIA dal 2001 sono sempre state mirate alla cattura di Osama bin Laden e dei vertici di al QaedaL’amministrazione Obama ha intensificato gli attacchi con droni (aerei senza pilota) nelle Aree Tribali e le attività di intelligence nel paese. Il crescente coinvolgimento americano in Pakistan ha creato però tensioni fra la CIA e l’ISI, che hanno interessi strategici diversi.

Al momento la CIA sta cercando di stanare e distruggere le residue cellule di al Qaeda e di annientare i gruppi jihadisti che organizzano attacchi contro le truppe americane in Afghanistan.

In tutti questi anni i servizi segreti pakistani hanno fatto il doppio gioco: da una parte fornendo alla CIA informazioni sui terroristi che minacciavano l’integrità dello stato pakistano, dall’altra mantenendo intatti i legami con i gruppi jihadisti di cui si erano serviti in passato per arginare l’influenza indiana in Kashmir e in Afghanistan, perché sperano di servirsene ancora una volta che gli USA avranno lasciato il paese.

Per questa ragione la CIA ha iniziato ad agire unilateralmente sul territorio pakistano con grande irritazione dell’ISI, che ha duramente criticato i metodi americani che ‘violano la sovranità nazionale’.

Le tensioni continueranno perché gli interessi di USA e Pakistan divergono. Se l’Afghanistan precipitasse nel caos e nell’anarchia all’indomani del ritiro, le conseguenze sugli Stati Uniti sarebbero minime; al contrario il Pakistan si troverebbe in prima linea, e per questo ha interesse a mantenere legami con cellule islamiche amiche per influenzare la situazione a proprio vantaggio – proprio come accadde nel 1989 dopo il ritiro sovietico.

A cura di Davide Meinero

 

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