Il ruolo dei Fratelli Musulmani nel contesto egiziano

25/03/2011

Il regime egiziano ha sempre usato il pugno di ferro contro gli avversari politici per paura che gli islamisti prendessero il sopravvento, ma così ha impedito anche la nascita di un’opposizione laica. I laici in passato si allearono con il governo per evitare che gli Islamisti andassero al potere, così ì Fratelli Musulmani rimasero l’unica grande forza di opposizione, pur non avendo l’appoggio della maggioranza. 

La maggior parte della popolazione egiziana è composta da laici o da conservatori religiosi, ma non da islamisti: i manifestanti di piazza Tahrir non chiedevano di certo l’instaurazione di una repubblica islamica. Tuttavia le abilità organizzative e la tempestività dei Fratelli Musulmani destano molte preoccupazioni.

I Fratelli Musulmani, prima organizzazione islamista al mondo, furono fondati nel 1928 dall’insegnante Hassan al-Banna con lo scopo di re-islamizzare la società. Nata come opera pia, si trasformò presto in un movimento politico. L’ideologia di al-Banna si opponeva sia al tradizionalismo religioso sia all’occidentalizzazione: i Fratelli Musulmani furono i primi islamisti ad abbracciare il nazionalismo superando l’idea del califfato – e i primi a opporsi alla modernità di stampo laico importata dall’occidente. Secondo al Banna il jihad era lo strumento per liberarsi dall’occupazione straniera, ma doveva anche servire a risvegliare gli animi e i cuori dei musulmani. Alla fine degli anni ’30 molti Fratelli Musulmani erano in favore di un confronto aperto con gli Inglesi; la leadership però preferì mantenere un basso profilo per paura che la radicalizzazione facesse perdere consensi, e continuò l’opera di proselitismo fra avvocati, ingegneri, professori, etc. Venne comunque fondata un’ala militare che lanciò attacchi violenti contro le forze di occupazione, anche senza l’autorizzazione di al Banna e dei vertici. Fino alla fine degli anni ’40 i Fratelli Musulmani furono tollerati dalla monarchia, che non nascondeva però la sua preoccupazione per la crescita del movimento islamista (oltre 10 milioni di membri).

Durante la Seconda Guerra Mondiale i Fratelli Musulmani si allearono con la Germania nazista e intensificarono gli attacchi contro gli inglesinel 1948 parteciparono attivamente alla guerra contro Israele. Vedendo aumentare le violenze, la monarchia intervenne e arrestò i vertici dell’organizzazione senza però preoccuparsi dell’ala militare, che - priva dei suoi comandanti - iniziò a muoversi senza restrizioni. L’omicidio del primo ministro Nokrashy Pasha per mano dei Fratelli Musulmani segnò una svolta nella storia del gruppo. Al Banna prese le distanze dagli assassini, ma venne assassinato a sua volta nel 1949, probabilmente da agenti governativi. Il suo posto fu preso dal giudice Hassan al-Hudaybi che, pur non provenendo dai ranghi del movimento, provava una profonda stima per al Banna.

Dopo l’abrogazione del trattato anglo-egiziano scoppiarono numerosi scontri fra l’esercito egiziano e le truppe inglesi: l’ala militare dei Fratelli Musulmani partecipò alle proteste ma i vertici se ne tennero alla larga. Approfittando dell’instabilità il colonnello Gamal Abdel Nasser fece un colpo di stato (1952), grazie anche all’appoggio dei Fratelli Musulmani che speravano di ottenere posti di rilievo nel nuovo governo. Il nuovo regime vietò i partiti politici ad eccezione dei Fratelli Musulmani, perché sperava di cooptarli e di controllarli con facilità. Non riuscì a farsi obbedire, così tentò dapprima di screditarne la leadership, e dopo un fallito attentato contro la sua persona li mise fuori legge accusandoli di cospirazione, arrestando e torturando i vertici del movimento, compreso lo stesso al-Hudaybi.

In questo periodo emerse la figura di Sayyib Qutb, impiegato statale che predicava la necessità di rovesciare il regime. Qutb venne giustiziato nel 1966, ma le sue idee si diffusero nel mondo islamico alimentando nuovi movimenti jihadisti composti principalmente da giovani islamisti che criticavano i Fratelli Musulmani perché ‘troppo moderati’. Anche l’abbandono formale della violenza da parte della Fratellanza Musulmana nel 1970 incoraggiò l’ascesa di altri movimenti di islamisti militanti.

Dopo la morte di Nasser (1970) Anwar Sadat allentò alcune delle restrizioni nei confronti dei FM – pur continuando a considerarli illegali. Questo permise loro di sopravvivere alle intemperie, anche mentre Hosni Mubarak eliminava dalla scena egiziana i movimenti jihadisti più radicali.

I Fratelli Musulmani di diffusero in altri paesi del mondo arabo: in Siria fra gli anni ’30 e ’40 venne inaugurata una branca dei FM molto più radicale della cellula egiziana – finché nei primi anni ’80 il presidente Hafez al Assad lanciò una campagna di repressione massacrando oltre 10.000 seguaci. In Giordania invece i Fratelli Musulmani si mostrarono molto più accomodanti con la monarchia Hascemita e quindi continuarono a operare nella piena legalità fondando anche un partito politico, che esiste tuttora.

Fino alla conquista israeliana della Cisgiordania nel 1967  i Fratelli Musulmani di Palestina e Giordania erano uniti. La cellula di Gaza invece era affiliata ai Fratelli Musulmani egiziani, e Israele se ne servì più volte per indebolire e delegittimare l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). Finché gli islamisti di Gaza nel 1987 fondarono Hamas, sostenuto dall’Iran. Sebbene Hamas sia presente in Cisgiordania, non ha mai avuto sostenitori come a Gaza.

Anche negli stati della penisola arabica, in Iraq e nell’Africa del Nord esistono partiti islamisti di opposizione che, pur non chiamandosi Fratelli Musulmani, ne ricalcano le idee. Ma ogni cellula è un’entità a sé, che può adattarsi al contesto in cui opera. I Fratelli Musulmani egiziani hanno un approccio pragmatico, a differenza dei movimenti jihadisti che hanno un approccio più radicale. Ancora prima della nascita di al Qaeda in Egitto c’erano almeno cinque organizzazioni islamiste violente, due delle quali molto importanti: Tandheem al-Jihad, responsabile dell’assassinio di Sadat, e Gamaa al-Islamiyah, che nel 1990 si macchiò di atrocità contro turisti in Egitto. Il regime egiziano riuscì a contenere la minaccia islamista e questi gruppi a poco a poco abbandonarono la violenza – anche se gli elementi più radicali si unirono ad al Qaeda.

 
Conclusioni

È difficile fare previsioni sulle elezioni egiziane, anche perché sono sempre state manovrate dal governo. Ma alle elezioni del 2005, avvenute in un clima di maggiore distensione per volere di George Bush, i Fratelli Musulmani incrementarono i voti di ben cinque volte conquistando 88 seggi e diventando il primo partito di opposizione. 

Anche i Fratelli Musulmani sono divisi al proprio interno fra la vecchia guardia, che si rifà all’ideologia delle origini, e i ‘giovani’ (35-55 anni) che vorrebbero aggiornare l’ideologia seguendo l’esempio del partito islamista turco al potere Giustizia e Sviluppo (AKP).

In Egitto i Fratelli Musulmani non hanno l’esclusiva sulla religione sia perché molti imam non appoggiano i Fratelli Musulmani sia per la recente crescita dell’Islam salafita, grazie ai generosi contributi sauditi. Inoltre molti teologi dell’università di Al-Azhar non appoggiano né la Fratellanza Musulmana né altri gruppi islamisti. Larga parte della popolazione è secolarizzata, e non ha intenzione di votare per i Fratelli Musulmani. Per non lasciarsi sfuggire quest’occasione storica è probabile che i Fratelli in Egitto limiteranno le pretese islamiste per non inimicarsi né l’opinione pubblica né l’Occidente.

 
A cura di Davide Meinero

 

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