Il 25 marzo 2011 a Mostar rappresentanti delle componenti serbe e croate della Repubblica hanno raggiunto un accordo per chiedere la revisione dell’attuale struttura istituzionale, che garantisce rappresentanza parlamentare alle tre componenti nazionali, e costituisce una presidenza a tre, per includere il rappresentante di ogni etnia.
Il problema sorge dal fatto che tutti i cittadini votano per i tre presidenti, indipendentemente dall’etnia. Alle elezioni dello scorso ottobre il rappresentante dei Croati alla presidenza, Zeljko Komsic, è stato eletto grazie ai voti della componente bosniaca – maggioritaria nella Federazione. I Croati all’interno della Federazione non accettano l’elezione di Komsic come loro rappresentante. Nella zone a maggioranza croata la maggioranza dei voti è andata ad altri candidati, non a Komsic. Ora i partiti croati della Bosnia-Herzegovina hanno chiesto e ottenuto il sostegno non soltanto dei Serbi, ma anche della Croazia, nella loro richiesta che i distretti croati della Federazione abbiano un proprio parlamento autonomo. Dalle elezioni di ottobre 2010 a oggi non si è ancora riusciti a formare un governo, e la situazione sta diventando insostenibile.
Con gli accordi di Washington del 1994 la Federazione fu divisa in 10 cantoni, di cui (allora) 5 a maggioranza bosniaca e 5 a maggioranza croata. I cantoni hanno indipendenza amministrativa, ma non politica. Ora i Croati chiedono rappresentanza politica.
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