L’aumento dell’instabilità in Medio Oriente e il disastro della centrale di Fukushima in Giappone porteranno notevoli vantaggi all’economia russa.
Grazie all’aumento del prezzo del petrolio – ora sopra i $120 al barile – le riserve in valuta estera della Russia sono cresciute notevolmente sorpassando per la prima volta negli ultimi due anni e mezzo i $500 miliardi. Dopo l’interruzione del flusso di gas dalla Libia attraverso il Greenstream (da cui proveniva il 15% del gas consumato in Italia), Roma ha dovuto incrementare le importazioni dalla Russia.
Ora che Germania e Italia hanno fatto un passo indietro sul nucleare, dovranno necessariamente ripiegare sul gas naturale russo – anche perché le energie alternative non sono sufficienti a soddisfare il fabbisogno energetico interno (vedi grafico sui consumi energetici dell’UE a lato). Peraltro a breve dovrebbe entrare in funzione il gasdotto North Stream che trasporterà circa 55 miliardi di metri cubi all’anno di gas dalla Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico.
In conclusione, a causa dei recenti avvenimenti la dipendenza energetica dell’Europa – e in particolare di Italia e Germania – dalla Russia non potrà che aumentare, con grande soddisfazione del Cremlino che incrementerà ulteriormente sia gli introiti sia l’influenza sull’Europa.
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