Burkina Faso
nuovo colpo di stato?

20/04/2011

In Burkina Faso non accennano a fermarsi le proteste iniziate lo scorso febbraio, fattesi più intense dopo il rimpasto di governo voluto dal presidente Blaise Compaore il 15 aprile 2011: i dimostranti hanno dato fuoco al palazzo dell’Assemblea Nazionale, al quartier generale del partito al potere (il Congresso per la Democrazia e il Progresso) e ad altri uffici governativi; il 18 aprile numerosi studenti hanno incendiato l’abitazione del primo ministro Tertius Zongo a Koudougou – pochi km a ovest dalla capitale Ouagadougou. 

Il rischio colpo di stato si fa concreto: il governo è palesemente in difficoltà e non riesce a tenere a bada la popolazione in rivolta. Per altro nel paese il cambio di regime è sempre avvenuto tramite colpi di stato.

Compaore andò al potere nel 1987 con un colpo di stato; venne rieletto nel novembre del 2010 con l’80% dei voti per la quinta volta consecutiva. A giudicare dai numeri è probabile che il risultato non sia segno di un genuino appoggio popolare – come mostrano le recenti proteste.

Le proteste, avviate dagli studenti universitari, si sono presto trasformate in una rivolta più estesa che ha coinvolto settori delle forze di sicurezza e della società civile: gli ammutinamenti nell’esercito sono in costante aumento.

È probabile che vi siano anche interferenze dall’estero nelle attuali proteste: in concomitanza con l’inizio delle proteste il governo Compaore ha lanciato un’offensiva militare contro la Costa d’Avorio governata da Laurent Ggabo, estromesso dal potere solo pochi giorni fa. Fin dai primi anni ‘80 Compaore ha offerto assistenza al neo-presidente ivoriano Alassane Ouattara, nato in Burkina Faso, che è ora riuscito a scalzare dal potere Ggabo grazie all’aiuto dell’esercito burkinese. Probabilmente i sostenitori del presidente ivoriano Ggabo contribuiscono ad alimentare il malcontento in Burkina Faso e incitano all’ammutinamento le forze armate.

Il colpo di stato sembra ormai alle porte.

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