Resa dei conti
in Costa d'Avorio

29/04/2011

Il 27 aprile 2011 Ibrahim Coulibaly, comandante di una milizia filo-governativa di circa 5.000 unità (Impartial Defense and Security Forces), è stato assassinato vicino ad Abidjan (capitale commerciale della Costa d’Avorio), dalle Forze Repubblicane della Costa d’Avorio (FRCI), comandate da Guillaume Soro, attuale primo ministro e ministro della difesa.

Le due milizie negli anni scorsi hanno cooperato attivamente – per ragioni di convenienza – per scalzare l’ex presidente Ggabo dal potere, ma dopo l’intervento della Francia e delle truppe di peacekeeping delle Nazioni Unite e la conseguente cattura di Ggabo è iniziata una guerra intestina fra Soro e lo stesso Coulibaly.

Alle elezioni presidenziali del novembre 2010 il neo-presidente Alasane Ouattara si era schierato a fianco della milizia di Soro, offrendogli legittimità di fronte alla comunità internazionale.  Con l’omicidio di Coulibaly – che aveva già compiuto un colpo di stato nel 1999 – Soro si è liberato del suo principale rivale: la milizia di Coulibaly difficilmente sopravvivrà a lungo dopo la morte del comandante.

Però Ouattara e Soro ora si trovano ad affrontare le rappresaglie non soltanto delle milizie fedeli all’ex presidente, ma anche quelle dei seguaci di Coulibaly.

Per non parlare della possibile rivalità reciproca: la sopravvivenza politica di Ouattara dipende totalmente da Soro, l’unico in grado di offrirgli l’appoggio militare di cui ha bisogno. Il primo ministro, infatti, oltre alla sua milizia – attualmente l’unico esercito legittimo della Costa d’Avorio – controlla tutte le truppe regolari del paese in quanto ministro della difesa, e gode quindi di un potere illimitato, superiore a quello del presidente stesso.

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