La sempre più paranoide politica turca

11/05/2011

Il 15 Aprile 2011 sul City Journal è apparso un articolo di Claire Berlinski dal titolo ‘Prisoner of Conspiracy’, che prende spunto dalla seguente ‘notizia’ apparsa su Zaytung, giornale satirico turco:  

Giovane coppia, bloccata sulla montagna, salvata grazie a Cemaat.

La coppia, bloccata sul Monte Amanos da un guasto al veicolo, era stata inutilmente cercata ma non rintracciata dalla gendarmeria, durante una grande nevicata. Allora la coppia disperata decise di far sapere di avere con sé un libro su Cemaat. Con l’ultima tacca di batteria del cellulare Gulcan Gorenel chiamò una ex collega, Sevilay Gorkem, per dirle che da tempo stava lavorando a un libro intitolato ‘Ballo con l’Imam’, che avrebbe fatto luce su fatti importanti. Poi senza aspettare risposta chiuse la conversazione e si mise ad aspettare. Entro mezz’ora squadre antiterrorismo condussero una ricognizione in elicottero della zona. Arrestati e portati via prima di morire assiderati, furono portati all’Ospedale di Hatay State e, dopo le prime cure, rinviati a giudizio.

Per capire la parodia dovete sapere che la polizia turca ha arrestato recentemente il giornalista Ahmet Sik e dà la caccia alle bozze del suo libro – non pubblicato – intitolato ‘L’esercito dell’Imam’. E per capire il perché dovete sapere che due teorie cospirazioniste si sono impadronite della psiche turca, e potrebbero farla a brandelli.

Nel giugno 2008 la polizia trovò una cassa di granate nei quartieri poveri di Istanbul.  Gli investigatori ritennero che appartenessero a un gruppo di cospiratori dalle mille teste - come l’Idra - chiamato Ergenekon. Si tratterebbe di una emanazione del cosiddetto ‘stato profondo’, coalizione segreta di alti papaveri delle forze armate, dei servizi di sicurezza, della magistratura e della criminalità organizzata, vista come il vero potere dominante nella Repubblica Turca. Ergenekon avrebbe pianificato una serie di attacchi terroristici in Turchia per creare il pretesto per un colpo di stato militare.

I Turchi sono propensi alle teorie cospirazioniste, anche perché la Turchia é propensa  alle cospirazioni. Ci sono stati quattro colpi di stato militari negli ultimi cinquanta anni. Ognuno ovviamente é stato preceduto da un complotto autentico, e ognuno è stato giustificato con la necessita’di proteggere la nazione da disordini interni. Così in un primo momento l’ipotesi Ergenekon non parve assurda. Ma l’idea da allora si è trasformata. Ergenekon è ora visto come il complotto più pericoloso, più vasto e più inaspettatamente maligno della storia.  

La polizia ha condotto ondate su ondate di arresti nelle ore notturne. Centinaia di presunti cospiratori sono in carcere. Qualcuno è morto. Nessuno é stato giudicato.

Le accuse contro i presunti cospiratori sfidano ogni logica. Gli accusatori sostengono che iper-nazionalisti laici si siano accoppiati con il PKK maoista, con il Partito Rivoluzionario per la Liberazione del Popolo, con gli islamisti di Hezbollah e Milli Gorus, con le ultra-nazionaliste Brigate della Vendetta Turca, con l’Esercito di Liberazione dei Lavoratori e Contadini Turchi, con il Partito Comunista Marxista Leninista e con il Fronte Islamico dei Grandi Corsari dell’Est. […]

Le accuse possono essere accolte in due modi. I sostenitori le considerano un passo  avanti: finalmente, dicono, il governo ha messo le mani sulle forze occulte che minacciano la democrazia turca. No, dicono i critici,  Ergenekon é chiaramente una scusa con cui il governo vuole liberarsi di un’opposizione non gradita. Su questa ipotesi è stato preparato un dossier importante da Pinar Dogan, figlia del generale Cetin Dogan – arrestato – e da suo marito Dani Rodrik, entrambi professori all’Università di Harvard. Costoro mostrano come il caso “Sledgehammer”, parte dell’inchiesta  Ergenekon , si basi su di un documento che dovrebbe essere stato scritto nel 2003, ma fa riferimento a una società costituita nel 2008. E l’intero documento é pieno di quello che Rodrik chiama “ritorni al futuro”.

Questa è la Teoria Cospirazionista Numero Uno.  

Entra in scena la Numero Due, che riguarda il “Cemaat”, che significa qualcosa tipo “organizzazione religiosa.” Con questo termine oggi in Turchia tutti indicano l’organizzazione di Fethullah Gulen, che per alcuni è un attempato predicatore dall’aria gentile e molto calunniato, per altri è la versione turca di un aspirante Ayatollah Khomeini. Gulen vive in Pennsylvania. I suoi detrattori affermano che dietro alle indagini Ergenekon e dietro il governo dell’AKP in Turchia in realtà c’è il Cemaat -  e che Gulen aspetta di tornare in Turchia, chiamare a raccolta il suo esercito di schiavi e imporre la teocrazia. A volte dicono anche che sia protetto dalla CIA, che vorrebbe instaurare in Turchia una teocrazia flessibile per controllare il Medio Oriente. Secondo alcuni in Cemaat sarebbero coinvolti George Soros, o gli Ebrei, o i Massoni...Di sicuro Gulen ha molti sostenitori in Turchia, che posseggono una rete di  mezzi di comunicazione; e chi lo critica finisce spesso in prigione come cospiratore Ergenekon.

Questo ci porta a Ahmet Sik, il cui libro dovrebbe spiegare come Cemaat abbia infiltrato gli organi dello stato turco, soprattutto la polizia. Sik è uno dei tanti giornalisti arrestati in connessione con il caso Ergenekon. Gli accusatori ed i loro sostenitori – che coincidono spesso con lo AKP - dicono che i giornalisti sono stati arrestati non per le loro opinioni ma per favoreggiamento della cospirazione criminale di Ergenekon. Purtoppo le prove di accusa sono tenute segrete anche agli avvocati difensori, a meno che non vengano soffiate ai giornali sostenitori di Gulen e  pubblicate sulle prime pagine, cioè sempre.

L’arresto di Sik ha finalmente preoccupato anche quei Turchi che pensavano che gli accusatori sapessero bene quel che facevano.

Particolarmente imbarazzante è stato il fatto che la polizia abbia dato la caccia a tutte le  bozze del libro. Il Tribunale numero 12 per i reati gravi ha dichiarato la bozza del libro “documento di organizzazione illegale ” e chi rifiuta di consegnarne la bozza “sostenitore di organizzazione criminale.” Il Primo Ministro Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che “ i testi sequestrati dalla polizia sono una minaccia seria.” La polizia ha fatto irruzione negli uffici del giornale Radikal per cancellare il testo dai computer dei colleghi di Sik. Quando qualcuno, come prevedibile, pubblico’ il libro su internet, in stile Wikileaks, il pubblico ministero minacciò di arrestare chiunque lo scaricasse. 

Non sarà facile: più di 200,000 persone lo hanno già scaricato, incluso il capo del principale partito di opposizione.

Qui dovrebbe entrare in gioco la razionalità. Data l’ampia disponibilità del libro, possiamo finalmente esaminare i documenti, le prove. E si scopre che il libro dice quello che è stato scritto in qualunque altro libro su Gulen. È scritto al passato, come una storia, non come un “documento di organizzazione illegale" che prepari un colpo di stato. Il pubblico ministero sostiene che i commenti a margine della storia sono stati chiaramente dettati a Sik dai burattinai del terrorismo. Ma lo stile dei commenti, se scritti da terroristi, è stranamente uguale a quello tipico degli editorialisti.

Il Pubblico Ministero Zekeryia Oz - nome che pare uscire direttamente dal Ministero per l’Ironia Internazionale Involontaria - è stato immediatamente rimosso tramite promozione. Ma Sik è ancora in galera, e l’indagine continua. Doveva apparire ieri in tribunale per deporre, ma non c’era: le autorità hanno detto che mancava il veicolo per trasportarlo... 

La lettura del libro di Sik, che non rivela traccia di complotto o di golpe, non ha riportato alla ragione i Turchi. La paranoia è aumentata.Ora c’è chi dice che Sik sia riuscito ad inquinare le indagini su Ergenekon per sputtanare gli accusatori!

Il giornale in lingua inglese Today’s Zaman, uno dei media del circuito pro Gulen, ha scritto recentemente che se il caso Sik è stato portato all’attenzione del Parlamento Europeo ed è stato considerato come una violazione del diritto alla libertà di stampa,   è perché la forza della propaganda di Energekon influenza anche gli osservatori all’estero!

Così mentre la polizia va a caccia di libri molti Turchi perdono fiducia nella magistratura – non che ne avessero molta neppure in passato. La giustizia è sempre stata considerata di parte in questo paese. Ma i Turchi che credono al complotto Ergenekon pensano che se i magistrati e i politici proseguono nell’indagine è perché sanno che qualche cosa di marcio c’è, anche se non riescono a darne  le prove. Si tratta di un atteggiamento pericoloso: significa pensare che i politici e i magistrati capiscono cose che agli altri non è dato capire. L’importante è che capiscano e decidano loro. Ma il fatto che NESSUNO capisca le prove del caso Ergenekom dovrebbe allarmare tutti i Turchi.  

Invece i Turchi sono schierati in modo paranoide, così che se l’indagine si chiudesse   senza condanne metà paese penserebbe che Energekon ha vinto la partita e domina la Turchia, se il giudizio proseguisse e si arrivasse a qualche condanna, l’altra metà penserebbe che Gulen e i suoi mezzi di comunicazione sono diventati i veri padroni della Turchia.

I cittadini Turchi rischiano di rovinarsi da soli, trovandosi schierati gli uni contro gli altri ad accusarsi di complotti opposti ma paralleli, a meno che non ritrovino il gusto della verità sostenuta da prove.

 

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