Il 27 settembre 2011 è ripreso il processo contro l’ex primo ministro ucraino Yulia Timoschenko accusata di aver commesso ‘abuso di potere’ stipulando nel 2009 il prezzo del gas importato dalla Russia, a condizione considerate svantaggiose. Il presidente attuale, Viktor Yanukovich, starebbe però cercando il modo di poterla scarcerare, modificando la legge, per agevolare i rapporti internazionali.
Kiev sta negoziando un accordo di libero scambio con l’Unione Europea, che dovrebbe essere ratificato a breve ormai. Il governo ucraino sperava di annunciare l’esito dei negoziati al summit della Eastern Partnership del 29-30 settembre prossimo in Polonia, ma la ripresa del processo contro la Timoschenko potrebbe creare ostacoli da parte dei paesi europei, e peggiorare i rapporti con la Russia.
Negli ultimi mesi le tensioni fra Kiev e Mosca sono aumentate perché il governo ucraino ha rifiutato la proposta russa di portare l’Ucraina all’interno dell’unione doganale con Bielorussia e Kazakistan e di fondere Gazprom e Naftogaz.
Kiev sta facendo pressione sul governo russo perché diminuisca il prezzo del gas (pattuito nel 2009), ormai insostenibile. Il primo ministro russo Vladimir Putin è direttamente coinvolto nei negoziati. Ma ora che è stato inaugurato il gasdotto North-Stream la posizione di forza dell’Ucraina come paese di transito del gas Russo verso l’Europa è grandemente indebolita.
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