Il 26 settembre 2011 il feldmaresciallo Mohammed Hussein Tantawi, comandante del Consiglio Supremo delle Forze Armate – che attualmente guida il paese – è apparso alla televisione di stato mentre passeggiava nella capitale in abiti civili. Il servizio dipingeva Tantawi come “la persona giusta per guidare il paese, anche in abiti civili”; è probabile quindi che il regime stia cercando di proporre Tantawi come possibile candidato alle future elezioni presidenziali.
Quando i militari hanno preso il potere all’inizio dell’anno si sono impegnati a indire libere elezioni al più presto per favorire l’insediamento di un governo civile in tempi brevi. Da allora hanno però continuato a posticipare le elezioni, e nonostante il varo della legge elettorale – che dovrebbe ancora essere leggermente emendata – la data delle consultazioni elettorali, teoricamente previste per novembre, è tutt’altro che certa.
Probabilmente il Consiglio Supremo ha intenzione di lanciare Tanatawi in politica. L’Egitto ha una lunga tradizione di presidenti espressi dall’esercito: anche Nasser, Sadat e Mubarak provenivano dai ranghi militari.
L’esercito non ha mai perso il controllo della piazza, nemmeno durante il picco delle proteste: non è corretto quindi parlare di rivoluzione in Egitto. Si è probabilmente trattato di un colpo di stato per impedire che il potere passasse nelle mani del figlio di Mubarak, Gamal. L’esercito è stato costretto a offrire concessioni per placare l’ira della folla, ma lo ha fatto nell’ottica di salvaguardare il regime.
I vostri commenti
Per questo articolo non sono presenti commenti.
Lascia un commento
Vuoi partecipare attivamente alla crescita del sito commentando gli articoli e interagendo con gli utenti e con gli autori?
Non devi fare altro che accedere e lasciare il tuo segno.
Ti aspettiamo!
Accedi
Non sei ancora registrato?
Registrati