1 novembre 2011
I Sauditi e gli Iraniani non possono non tenersi d’occhio, sono impegnati in un ‘braccio di ferro’. Le forze americane lasceranno un vuoto di potere andandosene dall’Iraq, fatto che rappresenta un’opportunità per Tehran e un pericolo per Riyadh. L’Iran spera di sfruttare il vuoto per consolidare la propria egemonia in Iraq, trampolino di lancio per proiettare potere anche nella penisola arabica. Al contrario l’Arabia Saudita, sebbene conscia di non poter impedire all’Iran di esercitare influenza in Iraq, spera che questa resti circoscritta entro i confini di quel paese.
Dal punto di vista dei Sauditi l’Iran non sarà un pericolo per il regno e per gli alleati del Consiglio di Cooperazione del Golfo finché sarà invischiato nelle complessità della politica interna irachena. Possiamo dunque aspettarci di assistere a lunghi scontri settari tra gruppi sostenuti dai due diversi paesi nell’Iraq post americano.
L’Iraq costituisce l’interesse centrale della politica estera iraniana ed è diventato ancora più importante da quando l’unico stato arabo alleato di Teheran, il regime alawita in Siria, deve fare i conti con una rivolta che i Sauditi sperano possa rovesciare il governo di Bashar al Assad.
La speranza saudita è che un governo sunnita a Damasco possa non solo indebolire il peso iraniano in Oriente, ma anche rendere più complicata la posizione di Teheran in Iraq. Ma Riyadh da sola non è in condizione di spingere gli eventi in questa direzione, e conta sulla Turchia.
I Turchi, tuttavia, non sono interessati a un cambiamento radicale Siria e hanno altre priorità rispetto all’Iraq, legate al pericolo del separatismo curdo. Il problema curdo apre uno spazio alla cooperazione turco-iraniana. Teheran sa che un allineamento tra Turchia e Arabia Saudita in chiave anti-iraniana è poco probabile, almeno in un futuro immediato, se l’Iran può influire sui Curdi.
L’ambivalenza turca farà desistere i Sauditi dall’agire unilateralmente in Siria e in Iraq? Fattore importante per la regione è che gli Americani lasceranno l’Iraq, ma saranno ancora presenti nel Golfo e lavoreranno a fianco dei Sauditi. L’Iran dunque non ha scelta: deve impegnarsi in modo totale per rafforzare i suoi alleati sciiti in Iraq e prevenire il sorgere dei sunniti in Siria, mentre i Sauditi e gli USA si impegneranno per impedirglielo il più a lungo possibile.
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