di Lauren Goodrich, 31 ottobre 2011, traduzione di Valentina Viglione
Nonostante le relazioni tra Mosca e Washington siano relativamente pacate negli ultimi tempi e, come dichiarato dal Segretario di Stato Hillary Clinton nel 2009, gli Stati Uniti vogliano “resettare” le relazioni con la Russia, resta da vedere se ci sarà un reale cambiamento nei rapporti tra i due paesi o se si tratta invece di una tregua prima che le relazioni si deteriorino nuovamente.
In effetti questa pacatezza non dipende tanto dal fatto che gli Stati Uniti vogliano la Russia come alleato: Washington vuole piuttosto avere agio di occuparsi di altre questioni, mentre la Russia, dal canto suo, ha bisogno di ampliare i propri margini di manovra per ricostruire una nuova versione del vecchio impero, condizione che considera indispensabile per la propria sicurezza, dato che le caratteristiche geografiche del paese lo rendono altrimenti indifendibile.
Ma la realizzazione del progetto russo, poiché l’economia non può provvedere alle necessità della popolazione di un territorio così vasto, esige - come sempre in passato - di mantenere uno stato forte, enfatizzando l’apparato militare e di sicurezza. Il potere russo va dunque misurato in termini di forza dello stato e di capacità della leadership politica di mantenere uno stretto controllo sulla società, elementi tollerati in quanto sono il prezzo da pagare per essere una potenza strategica. Ecco perché alcuni atteggiamenti di Washington, che ha inserito molti paesi dell’Europa Centrale e le Repubbliche Baltiche nella NATO e ha sostenuto le “rivoluzioni colorate” filo-occidentali, sono visti dal Cremlino come un tentativo di “divorare” quella periferia dell’impero che la Russia considera fondamentale per la propria sopravvivenza. Pertanto Putin ha indicato come prossimo obiettivo la formalizzazione delle relazioni tra Russia e stati ex sovietici attraverso la creazione di un’Unione Eurasiatica (EuU), da realizzare entro il 2015, quando, secondo i calcoli russi, gli Stati Uniti ritorneranno a concentrarsi sull’Eurasia. Lo scopo di tale unione non è quello di ricreare l’URSS, ma piuttosto di dar vita a un’organizzazione attraverso la quale Mosca possa influenzare la politica estera e di sicurezza dei paesi membri, senza esser responsabile della loro politica interna. Molto probabilmente sarà proprio la creazione di una nuova versione dell’impero russo, combinata al consolidamento dell’influenza americana sulla sua periferia, a riaccendere nuove ostilità tra Mosca e Washington.
Putin sta anche cercando di rafforzare e mettere in sicurezza la Russia ora, prima che il paese vada incontro a un inevitabile indebolimento, visto che ha un andamento demografico fra i peggiori al mondo, e nessun paese può essere una potenza globale senza popolazione. Tuttavia, anche tenendo in considerazione questi fattori di indebolimento, la Russia sarà comunque in grado di continuare l’attuale crescita per un’altra generazione; questo significa che i prossimi anni probabilmente saranno il suo momento di maggior grandezza, segnato dal ritorno a un impero regionale e a un nuovo confronto con il precedente avversario, gli Stati Uniti.
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