Il 7 marzo 2012 la China Petroleum and Chemical Corp. (Sinopec) ha dichiarato che il giacimento di gas da scisti bituminosi Yuanda, nel Sichuan, ha registrato un flusso di 507 mila metri cubi al giorno, un record assoluto per la Cina.
La Cina, il maggior consumatore di energia al mondo, produce circa 94 miliardi di metri cubi di gas all’anno, che copre soltanto il 4% del fabbisogno interno di energia. Pechino continua a privilegiare il carbone, che copre ancora il 70% dei consumi energetici interni.
La Cina ha la più vasta riserva al mondo di scisti bituminosi – circa 25 trilioni di metri cubi – ma deve necessariamente ricorrere all’aiuto della tecnologia occidentale per l’estrazione. Molte aziende cinesi hanno iniziato a investire nelle aziende energetiche occidentali: ad esempio PetroChina ha investito nella canadese Encana Corp., la National Offshore Oil Corp. ha acquistato quote della Chesapeake Energy. Il flusso di investimenti c’è anche in senso inverso: alcune aziende occidentali, fra cui Royal Dutch Shell e Chevron, investono nelle aziende energetiche cinesi per avviare nuovi progetti di estrazione.
Pechino ha assoluta necessità di sviluppare una rete di condutture nel paese: la geografia cinese non facilita l’integrazione, e molte delle pipeline esistenti sono frammentate – ad esempio non c’è nessun collegamento fra il nord e il sud del paese.
Un altro problema è che per estrarre gli scisti bituminosi occorrono grandi quantità di acqua. Questo rende impraticabili al momento i giacimenti nelle regioni interne più aride. In conclusione: ci vorrà ancora parecchio tempo prima che la Cina riesca a produrre gas di scisti su vasta scala.
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