Sui 250 milioni di tonnellate di carbone che il Sudafrica produce ogni anno, 71 milioni sono esportati. Il Sudafrica è il sesto maggior esportatore di carbone nel mondo. Ma ulteriori incrementi dell’export non sono possibili, perché la ferrovia che collega le regioni produttrici al Richards Bay Coal Terminal (RBCT) (immagine a lato) ha una capacità insufficiente. Ora la compagnia di trasporti sudafricana Transnet intende sviluppare nuove infrastrutture di trasporto, investendo 36 miliardi di dollari nei prossimi sette anni.
Anche il Botswana, immediatamente a Nord, ha grosse riserve di carbone, ma è penalizzato da inadeguate infrastrutture di trasporto. Fornire al Botswana una via per le esportazioni di carbone farebbe del Sudafrica il principale corridoio di trasporto utilizzabile in Africa meridionale. È anche in progetto il potenziamento della capacità di movimentazione dello RBCT da 91 a 110 milioni di tonnellate per anno.
Il Botswana, che non ha sbocchi sul mare, ha un bacino carbonifero di 210 miliardi di tonnellate, e pochi mezzi per trasportare la produzione. L'11 maggio 2012 Sudafrica e Botswana hanno avviato lo studio di fattibilità per un progetto congiunto di connessione ferroviaria tra Tuli (zona di produzione carbonifera del Botswana) e le zone di produzione del carbone sudafricano, con costruzione di due ferrovie aggiuntive fino al RBTC, una delle quali devia a raccogliere anche la produzione dello Swaziland. Le ferrovie aggiuntive dovrebbero avere una capacità di 112 tonnellate all'anno, ma non sarebbero completate prima del 2026.
Un altro progetto preso in considerazione è il Trans-Kalahari, che potrebbe unire il Botswana con il Sudafrica e con il porto di Walvis Bay in Namibia. Richiederebbe la costruzione di 1500 chilometri di ferrovia, per lo più attraverso il deserto di Kalahari, con un costo di circa 10 miliardi di dollari, e grandi costi di successiva manutenzione.
Con una riserva stimata intorno ai 23 miliardi di tonnellate, anche il bacino dello Zambezi, nel Mozambico centrale, potrebbe produrre fino a 100 milioni di tonnellate all'anno entro il 2020, ma le infrastrutture portuali e ferroviarie non hanno sufficiente capacità. Occorrono ingenti investimenti, nell’ordine di alcuni miliardi di dollari, per sviluppare infrastrutture; il governo è però povero e si affida a compagnie estrattive estere per potenziare la ferrovia esistente. La Eurasian Natural Resources Corp. (ENRC) di Londra ha offerto di costruire una linea ferroviaria Moatize-Nacala, con capacità iniziale di 20 milioni di tonnellate, da raddoppiare nel tempo. Nacala è potenzialmente il miglior porto profondo della regione. La brasiliana Vale ha invece proposto di costruire un raccordo fra le miniere e la ferrovia esistente – che raggiunge il porto di Nacale – attraversando il Malawi.
Finché tutti i paesi della regione non saranno integrati in un sistema di trasporti razionale ed efficiente, le risorse minerali dell’Africa non potranno essere pienamente sfruttate.
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