Due attacchi contro obbiettivi stranieri tra fine maggio e inizio giugno - alla rappresentanza diplomatica americana e agli uffici della Croce Rossa internazionale - suggeriscono il ritorno dell’attività di gruppi islamisti in Libia orientale. Un ufficiale della sicurezza libica ha dichiarato al giornale New Quryna che il gruppo che si ispira a Omar Abdel Rahman, ora in prigione, ha fatto trovare suoi scritti sul luogo degli attacchi.
La violenza che ha devastato la Libia dalla caduta di Gheddafi ad oggi è di stampo miliziano laico. Si tratta di milizie che combattono, sulla base di antichi odi tribali, per il controllo delle risorse, della terra e delle alleanze. I combattimenti si sono concentrati nella zona di Tripoli, dove le milizie hanno formato un forza di sicurezza improvvisata, sia nella zona desertica di Fezzan, dove le tribù Tuareg, Toubou e arabe si sono date battaglia nei pochi centri abitati. I recenti attacchi di Bengasi portano una firma diversa: gli obbiettivi sono stranieri e la violenza motivata da un’ideologia transnazionale. I responsabili degli attacchi accusano la Croce Rossa Internazionale di distribuire bibbie e di essere la roccaforte della cristianizzazione. L’avvertimento è chiaro: è meglio che la Croce Rossa Internazionale lasci la Libia.
Omar Abdel Rahman, soprannominato lo sceicco cieco, è stato il responsabile delle relazioni di al Qaeda con il gruppo islamista armato egiziano Gamaah al Islamiyah. AdbelRahman fu condannato nel 1993 a New York per la partecipazione al complotto ordito per colpire diversi obbiettivi strategici nella città. Il suo arresto è stato motivo di chiamata alle armi nei circoli jihadisti, e pretesto per molte minacce e attacchi.
La Libia orientale, o Cirenaica, è terreno fertile per i jihadisti grazie al suo isolamento geografico e allo stato di anarchia in cui si trova. Il Golfo della Sirtela separa dalla regione occidentale, nota come Tripolitania. Nel 1990 in Cirenaica è nato il LIFG (Gruppo Islamico Combattente in Libia), gruppo jihadista formato dai reduci libici della guerra contro le forze sovietiche in Afghanistan. Il LIFG ha compiutosoltanto atti di ribellione contro lo stato fino al 2007, quando ha annunciato di essere entrato a far parte della rete transnazionale di alQaeda.
La rinascita dei gruppi islamisti nelle regioni orientali complicherà notevolmente i tentativi del Consiglio Nazionale di Transizione di avviare un rinnovamento politico dopo la caduta di Gheddafi. La ricomparsa di questi gruppi è una conseguenza, seppur involontaria, della primavera araba. In Libia però gli interessi petroliferi e l’intervento della NATO (che ha contribuito alla caduta del regime) danno alle potenze occidentali la possibilità di influire sulle decisioni future. E i paesi occidentali non rimarranno con le mani in mano quando i gruppi islamisti inizieranno a minacciare seriamente i loro interessi.
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