A un anno e mezzo dagli eventi di piazza Tahrir, in Egitto i militari ed I Fratelli musulmani stanno probabilmente raggiungendo un accordo.
Mercoledì 13 giugno lo SCAF (Consiglio Supremo delle Forze Armate) ha imposto la legge marziale in preparazione del ballottaggio del 16-17 giugno per l’elezione del presidente. Il 14 giugno la Corte Suprema Costituzionale ha deciso che Ahmed Shafiq, candidato dei militari, è un candidato legittimo, anche se i Fratelli Musulmani lo considerano illegittimo perché fu l’ultimo primo ministro di Mubarak. Questo apre definitivamente la strada al confronto legittimo fra il candidato dei militari ed il candidato dei Fratelli Musulmani.
Contemporaneamente la Corte ha dichiarato incostituzionale la legge in base alla quale è stato eletto un terzo del parlamento, ed ha dichiarato illegittimi i candidati così eletti, aprendo la porta allo scioglimento anticipato del parlamento e a nuove elezioni per il parlamento. Nel frattempo i militari assumeranno il controllo del parlamento stesso e dell’assemblea costituente che scriverà la nuova costituzione.
Il messaggio non potrebbe essere più chiaro: se la Fratellanza vuole mantenere la rappresentanza parlamentare e forse esprimere il presidente, deve accettare che la nuova costituzione venga scritta sotto il controllo dei militari.
La risposta della Fratellanza è arrivata la sera del 14 giugno: Mohammed Morsi, il candidato dei Fratelli Musulmani, ha dichiarato alla televisione di accettare entrambe le decisioni della Corte Suprema Costituzionale, e di considerarle legittime. Questo non significa che tutto sia risolto, ma è segno che un accordo fra esercito e Fratellanza è possibile, e che probabilmente si farà.
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