Turchia e Kurdistan
collaborazione economica

25/06/2012

Il 18 maggio 2012 il Governo Regionale Curdo (KRG) in Iraq ha dichiarato che la Turchia finanzierà la costruzione di una centrale elettrica in Kurdistan. I dettagli non sono ancora definiti, ma si vocifera che Ankara ha già affidato il progetto alla CalikEnerji, società collegata al primo ministro Erdogan. Si tratta di un passo in un più ampio progetto di collaborazione fra Curdi iracheni e Ankara, che include anche la  riparazione e il potenziamento di un oleodotto - attualmente non funzionante -  che porterà il petrolio curdo fino al porto mediterraneo di Mersin, in Turchia.

Il Governo Regionale Curdo è impegnato in un braccio di ferro con il governo centrale iracheno, proprio sulla questione del petrolio. Il Kurdistan ha molto petrolio, che è la sua unica risorsa, ma non ha né oleodotti per esportarlo, né raffinerie per poterlo usare localmente. Deve consegnarlo al governo di Bagdad, perciò dipende  totalmente da Bagdad, ma aspira all’indipendenza economica. 

Se la Turchia risolve il problema del Governo Regionale Curdo offrendo una via per l’esportazione diretta e anche  la  centrale termoelettrica in loco, potrà più facilmente trattare anche con il PKK, gruppo armato nazionalista curdo, che vuole la secessione dalla Turchia della parte di territorio abitato da Curdi. Il popolo curdo occupa una regione a cavallo della Turchia, dell’Iraq, dell’Iran e della Siria ha una propri a lingua e cultura diversa da quella araba e da quella  turca, ed è di religione islamico-sunnita. 

Ankara mira anche a un ruolo di primo piano nella distribuzione di gas e petrolio dall’Asia ai paesi del Mediterraneo, e chiaramente questo accordo rafforza la sua posizione di nodo per il trasporto dell’energia nella regione.  

La Turchia però dovrà affrontare la reazione Iraniana. L’Iran sa benissimo che una maggiore presenza turca in Kurdistan  sottrarrebbe il nord dell’Iraq  alla propria egemonia regionale, e probabilmente studierà contromisure per sabotare l’intesa. 

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