Il 20 giugno la Corte costituzionale del Kuwait ha dichiarato incostituzionalile elezioni dello scorso febbraio, quindi ha sciolto il parlamento. Torna perciò al potere il parlamento precedente, eletto nel 2009 e sciolto nel dicembre 2011. Questa decisione annulla automaticamente tutte le leggi, le decisioni giudiziarie e le riforme approvate dal parlamento in carica. Il governo ora terrà una sessione in cui verrà ratificato il re-insediamento del vecchio parlamento, di cui chiederà subito dopo lo scioglimento.
La scena politica del Kuwait, già precaria, ora è in uno stato di caos. L’opposizione ha dichiarato che la decisione della Corte Costituzionale è una violazione del volere popolare, e si prospettano nuove elezioni.
Il Kuwait è un piccolo stato strategicamente importante. E’ uno dei maggiori produttori ed esportatori di petrolio ed è membro dell’OPEC. La sua posizione geografica nel Golfo Persico lo espone alle rivalità regionali tra l’Iran, l’Iraq, l’Arabia Saudita, e recentemente anche il Qatar. Gli Stati Uniti hanno un contingente di 15.000 soldati sul territorio del Kuwait e l’esercito statunitense ha recentemente scelto il paese come base di operazioni militari. Il Kuwait diventa così la base logistica per il contenimento dell’Iran.
L’Emiro del Kuwait ha spesso usato la tattica dello scioglimento del parlamentoper limitarne il potere,e utilizza i periodi di transizione per far passare progetti economici ed energetici bloccati dalla burocrazia.
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