Il Giappone
cambia modello

27/06/2012

 

A maggio il Giappone ha registrato un deficit commerciale con l’Europa di138 milioni di dollari, il picco più alto dal 1979. Non si tratta soltanto di una contrazione dell’export e di un aumento dell’import legato alle difficoltà dell’eurozona e alle conseguenze dello tsunami. La bilancia commerciale giapponese nel 2011 ha registrato, per la prima volta dal 1980,un saldo negativo. Sono però in aumento le entrate finanziarie provenienti da investimenti esteri. Si tratta di un cambiamento strutturale, dunque di lunga durata, dell’economia giapponese. Man mano chela popolazione giapponese invecchierà, il Giappone si trasformerà da economia industriale a economia finanziaria.

Il graficoqui accanto, preso da Stratfor, mostra la diminuzione del surplus commerciale e l’aumento dei redditi provenienti da investimenti esteri  negli ultimi 11 anni. 

 

Le cause di questo cambiamento di tendenza sono chiare:

-          Il Giappone ha pochi accordi di libero scambio. Non ha mai accettato di abolire le barriere doganali per proteggere la propria agricoltura. I grandi antagonisti del Giappone sul mercato globale, ossia la Corea del Sud e la Cina, hanno molti accordi di libero scambio ed i loro prodotti godono di tariffe preferenziali,  che li rendono più competitivi .

-          L’alto costo della vita - legato anch’esso in parte al protezionismo agricolo - rende i costi della manodopera giapponese più elevati di quelli della Corea del Sud e alla Cina, riducendo la competitività  anche dell’elettronica giapponese.

-          Le aziende giapponesi hanno utilizzato gli utili accumulati per fare investimenti all’estero.

-          Data la sfiducia nei mercati finanziari alternativi, la richiesta di titoli di stato in yen rimane alta, nonostante il loro basso rendimento, e il tasso di cambio dello yen rimane elevato, nonostante le difficoltà economiche del paese e nonostante le azioni poste in essere dalla banca centrale giapponese per farlo scendere.

-          La transizione da un’economia industriale a un economia di servizi finanziari è anche conseguenza dell’invecchiamento demografico.Gli anziani hanno risparmi da investire e non sono propensi a spendere per consumi. La diminuzione dei giovani comporta la contrazione dei consumi e anche della forza lavoro. E’ ovvio che l’economia si orienti verso gli investimenti all’estero.

L’incremento degli investimenti all’estero porterà ovviamente il Giappone ad essere più coinvolto nella politica dei paesi partner, e a voler esercitare più  influenza economica e politica sui partner.   

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