Il 30 di maggio di quest’anno 14 guardie di confine e un ranger forestale cinese sono stati uccisi sul confine tra Kazakhstan e Cina. Il 7 giugno l’unico superstite, una guardia di confine, ha ufficialmente confessato di aver ucciso lui i commilitoni, ma l’opinione pubblica non lo crede. E’ probabile che si sia trattato di un agguato teso da qualche gruppo. Il Kazakistan e la Cina hanno siglato accordi e intensificato moltissimo gli scambi negli ultimi anni, ma le popolazioni di frontiera non ne sono contente.
Sono più di 1000 le società nate da investimenti cinesi in Kazakistan. Una linea ferroviaria collega la provincia dello XiJiang e il Kazakistan. Nel progetto cinese della “nuova via della seta” che attraverserà l’Asia centrale arrivando in Europa il Kazakistan ha importanza strategica.
Le popolazioni delle aree di frontiera fra Cina e Kazakistan non sono storicamente abituate a frontiere nette, pattugliate, sorvegliate, né a strade, ferrovie , oleodotti, nè ai nuovi modelli di sviluppo che favoriscono i commercianti, ma disturbano le popolazioni dedite alla caccia, al pascolo e all’agricoltura..
Inoltre le regioni di frontiera sono multi-etniche, e ci sono sempre tensioni fra Han e Uiguri sul versante cinese, mentre i Kazaki, memori della propaganda sovietica, temono l’invasione dei Cinesi. I Cinesi impongono sempre le proprie maestranze quando investono in grossi progetti all’estero, e questo alimenta i timori di possibile conquista da parte della Cina.
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