Dal 29 giugno scorso continuano le proteste, originariamente iniziate da piccoli gruppi studenteschi (Girifna and Sudan Change Now) che dimostravano davanti alle università ispirati dalla primavera araba, usando sistemi di comunicazione moderni. Le proteste si sono allargate e acuite a causa dei problemi economici e delle misure di austerità messe in atto da Khartum per far fronte alla diminuzione dei ricavi petroliferi.
I primi gruppi studenteschi volevano far cadere il governo di al Bashir attraverso una protesta non violenta per trasformare il regime in una democrazia. Gli altri gruppi che lentamente si sono uniti alle proteste includono i partiti di opposizione e parte della popolazione civile. Non tutti questi gruppi vogliono la fine del regime; alcuni si accontenterebbero di concessioni politiche e di maggiori finanziamenti. Il governo per ora sembra mantenere il controllo senza ricorrere a misure speciali.
I problemi veri per il governo sono quelli finanziari, che non cesseranno senza un accordo con il Sudan del Sud, che controlla la maggior parte delle aree petrolifere a cavallo dei due paesi, che generano ricavi essenziali per entrambi i paesi. Se però la situazione finanziaria dovesse peggiorare e le proteste dovessero aumentare , il Sudan sarebbe in difficoltà a mantenere la sicurezza interna senza richiamare le truppe che controllano la zona di frontiera con il Sudan del Sud.I vostri commenti
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