Nelle ultime settimane la presenza di navi militari nel Mediterraneo orientale è andata crescendo:
· il 16 luglio 2012 il cacciatorpediniere russo Smetlivy, una delle undici navi salpate dal Mar Nero in direzione del Mediterraneo orientale, ha raggiunto il porto di Limassol a Cipro, e le navi dovrebbero proseguire verso il porto di Tartus, in Siria.
· il 18 luglio Israele inizierà le esercitazioni militari nell’isola di Milo, in Grecia;
· la settimana scorsa Turchia, Gran Bretagna e Israele hanno tenuto esercitazioni militari a sud di Cipro;
· contemporaneamente il Maritime Group 2 della NATO, composto da fregate turche, francesi e tedesche, ha condotto esercitazioni militari nel Mediterraneo orientale.
A che cosa è dovuto tutto questo traffico di navi da guerra? Innanzitutto al conflitto in Siria: sebbene la NATO non intenda intervenire militarmente, almeno per ora, intende comunque premere sul regime di Assad e sui suoi sostenitori: Russia e Iran.
Per la Russia la posta in gioco è alta: se il regime di Assad cade, Mosca rischia di dover rinunciare alla base militare di Tartus, che ha dal 1971. Il Cremlino sa che il regime di Assad è sempre più impopolare e fragile, e sta cercando un’alternativa per non perdere la sua unica base militare in acque ‘calde’. La Russia sfrutta per la sua diplomazia la politica dell’energia e la crisi economica che ha colpito l’Europa.
Tramite Gazprom la Russia acquista quote delle aziende energetiche dei paesi in difficoltà – ad esempio la DEPA in Grecia, paese attraverso cui prima o poi passeranno le condutture che trasporteranno in Europa il gas del Mediterraneo. Per mandare in fumo i piani europei di diversificazione dal gas russo, la Russia ha anche deciso di aiutare finanziariamente i paesi in crisi: ha appena offerto a Cipro un prestito di €5 miliardi in cambio di una quota azionaria della Banca di Cipro.
Pur di mantenere un piede nella regione, la Russia cerca di usare la rivalità fra la Turchia e Israele – che sta sviluppando dei giacimenti di gas in collaborazione con Cipro – per inserirsi in una complicatissima trama di relazioni difficili.
Una cosa è certa: Mosca è pronta a giocare ogni carta a sua disposizione per avere una presenza nel Mediterraneo orientale.
I vostri commenti
Per questo articolo non sono presenti commenti.
Lascia un commento
Vuoi partecipare attivamente alla crescita del sito commentando gli articoli e interagendo con gli utenti e con gli autori?
Non devi fare altro che accedere e lasciare il tuo segno.
Ti aspettiamo!
Accedi
Non sei ancora registrato?
Registrati